Questa è la storia di un
naufragio avvenuto a
Tristan da Cunha,
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un arcipelago di origine vulcanica composto dall'omonima isola principale (che è anche l'unica abitata),
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e da una serie di isole disabitate tra cui:
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l'isola Inaccessibile,
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le Isole Nightingale (con
Stoltenhoff Island )
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L’arcipelago di
Tristan da Cunha è considerato uno degli insediamenti umani più remoti al mondo a causa della distanza dai continenti e della mancanza di porti.
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Il naufragio, avvenuto nel 1892 coinvolse il
veliero ITALIAAllegato:
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Costruito nel 1882 a Varazze,
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il veliero era noto per la sua eleganza e solidità.
Partito da Greenock il 3 agosto 1892
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con un carico di carbone
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navigò senza problemi fino a settembre
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finchè il 28 settembre, l’equipaggio notò che dalla stiva carica di carbone proveniva un fumo di colore verdastro, con emanazioni di gas, segni di un incendio che covava nel carico.
Nonostante i tentativi di estinguere il fuoco, la situazione peggiorò:
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il 2 ottobre il brigantino si trovava a 160 miglia a Nord di
Tristan da Cunha.
Grazie al vento favorevole il capitano Perasso cercò di raggiungere un approdo, ma la situazione precipitò.
Dopo un'esplosione a centro nave, il brigantino si trovò in emergenza. Fortunatamente, riuscirono ad individuare la costa dell’isola
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incagliandosi sul lato meridionale della stessa evitando il naufragio nelle pericolose acque circostanti.
I naufraghi furono accolti dagli abitanti dell'isola figli anch’essi di altri naufraghi.
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Nonostante le difficoltà, riuscirono a sopravvivere grazie all'aiuto della comunità locale.
Nei pochi mesi trascorsi sull’isola, i marinai lavorarono con gli isolani per migliorare le condizioni di vita e favorire lo sviluppo delle loro attività.
Mentre quasi tutto l’equipaggio ritornò in patria, in due trovarono l’amore e decisero di rimanere per sempre sull’isola:
Andrea Repetto e Gaetano Lavarello. Allegato:
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E’ per questo che ancor’oggi una buona parte degli abitanti dell’isola portano questi cognomi.
Il ricordo di questo naufragio è ancora presente sull'isola, con tracce del veliero ITALIA esposte nel piccolo museo dell’isola
e nel DNA dei discendenti che portano ancora il sangue dei marinai liguri.
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Il piccolo ospedale dell’isola è chiamato CAMOGLI in onore della città di origine dei due marinai.
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Ma oggi gli isolani temono le navi perché portano malattie di cui loro non hanno anticorpi.
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Per loro l’isolamento é quindi sinonimo di felicità.
Però, nel 1961 , il vulcano
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aprì un cratere che sfiorò il villaggio di Edimburgh
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Ed il Governo fu costretto a far evacuare gli isolani,
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ma l’impatto con la modernità delle metropoli inglesi non fece che aumentare il loro stress
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e farli ammalare , per le loro deboli difese immunitarie.
Dopo circa un anno, la lava del vulcano rientrò nelle sue viscere e i tutti gli abitanti decisero di far ritorno sull’isola.
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Oggi le famiglie vivono coltivando orti e giardini intorno alle loro case e degli appezzamenti dedicati alla coltivazione delle patate in una zona pianeggiante dell'isola, chiamata appunto Potato Patches
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e di pesca dell’aragosta
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che appare anche come simbolo sulla bandiera dell’isola.
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Un' altra fonte di entrate dell'isola deriva dalla vendita di francobolli per i collezionisti di tutto il mondo.
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Limitate, invece, a causa della posizione isolata dell'isola, le entrate derivanti dall'attività turistica e dalla vendita di souvenir.
Questa era la breve storia del naufragio di due italiani sull'isola di Tristan da Cunha.
Ora se vi lascio , se vorrete , ad un breve giro in moto di 4 minuti sull' isola con l'accompagnamento
di una bella e rilassante canzone che racconta il naufragio.
https://www.youtube.com/watch?v=dVSFGNl8nLE&t=111s&ab_channel=MuseoMarinaroCamogli
pietro