Da espositore, nonché aspirante giurato, di storia postale non posso esimermi dal commentare.
Al primo impatto devo dire che, a livello "filosofico", la modifica mi trova d'accordo fino ad un certo punto. Voglio dire che per me una collezione filatelica deve essere composta di materiale postale, altrimenti può essere sicuramente una cosa bellissima ed altrettanto - se non più - interessante di una collezione filatelica ...ma dovremmo chiamarla con un altro nome.
La possibilità di inserire, in maniera limitata, materiale extra-filatelico c'era anche nel precedente regolamento. Così come c'era una "classe aperta". Forse andava meglio strutturata quest'ultima piuttosto che andare a modificare le altre classi.
Solo il mio parere, ovviamente, che non escludo affatto di cambiare quando comincerò a vedere le prime collezioni strutturate con i nuovi criteri
Ho provato a buttare giù qualche "pensiero in libertà" su aspetti specifici del regolamento.
I tematici mi scuseranno perché non credo che sia molto interessante per loro (eventualmente, saltate pure a pié pari quello che segue
), ma visto che questo forum è frequentato anche da qualche storico-postale e da qualche "pezzo grosso" della Federazione mi permetto ugualmente di scrivere qui. Magari
Paolo (o chi per lui) potrebbe trarne qualche spunto per un prossimo Seminario per Giurati e Collezionisti.
Non mi aspetto una risposta specifica alle domande che faccio (alcune sono volutamente un po' provocatorie), voglio solo condividere con voi i miei ragionamenti.
Cominciamo...
RegolamentoArt. 2
La sottoclasse a cui appartiene la collezione deve essere “dichiarata” preventivamente dall’espositore? Anche con il regolamento attuale venivano fatte distinzioni tra “storia postale” e “marcofilia”, ma non era necessario dichiarare a priori a quale delle due categorie appartenesse la collezione. Ora però la suddivisione in sottoclassi mi sembra molto meno “fra le righe”, visto che per ognuna c’è uno specifico comma con lettera A, B, C e per la C addirittura un criterio diverso di valutazione. Il confine tra una collezione “2A” contenente materiale non postale (mappe, decreti, ecc. che ora è possibile inserire anche se non “strettamente necessario”, rif. par. 3.1) ed una collezione “2C” può essere molto sottile, ma diventa fondamentale in fase di valutazione dello “svolgimento ed importanza”.
Inoltre si presenterà il “problema” di adeguare il regolamento della FSFI che attualmente prevede una diversa suddivisione dei periodi storici. La questione investe, di riflesso, anche la classe di filatelia tradizionale che nel regolamento nazionale ha le stesse suddivisioni per periodi storici della storia postale. E l’Albo Giurati.
Art. 3.2
Cita:
“Gli studi storici, sociali o speciali (sottoclasse 2C) dovrebbero comprendere materiale sviluppato dall’attività commerciale e dalla società da utilizzarsi nel sistema postale”.
“Da utilizzarsi”??? Non “utilizzato”??? Cioè, per assurdo (o forse non è così assurdo?), sarebbe possibile costruire una partecipazione di Storia Postale anche con tutto materiale non viaggiato, ma semplicemente destinato a farlo??? Anche francobolli nuovi? E una collezione di chiudilettera “erinnofili” nuovi?
Cosa si intende per “materiale non filatelico” e “materiale non storico postale”? (quest’ultima accezione è utilizzata nel successivo articolo 4… da capire – almeno per me – perché non si è usato semplicemente il termine “materiale non postale”, lasciando stare lo “storico”). Nello specifico, prendendo ad esempio una collezione riguardante
“buste illustrate di aziende usate nel sistema postale”, se quello che voglio mettere in evidenza è l’illustrazione della busta, di carattere strettamente privato, il pezzo è da considerarsi nella categoria “non filatelico/non storico postale”, sulla falsariga del ragionamento che si farebbe in una Tematica, oppure è “filatelico/storico postale”? In entrambi i casi il suo inserimento sarebbe legittimo, ma visto che la prima categoria di oggetti non deve sopraffare (termine mooolto vago…) la seconda, la distinzione è importante.
Altra curiosità mia: perché i servizi Telegrafici rientrano in questa classe e non nella 2A? E il servizio Pacchi e i servizi a Denaro come sono da considerarsi? Io li avrei considerati 2A, ma a questo punto forse sbaglio…
Art. 5.2
Cita:
“Tutte le partecipazioni saranno valutate attribuendo il punteggio secondo i criteri sopra indicati che verranno indicati in fogli opportunamente predisposti ed approvati.”
È solo una piccola notazione tecnica, dovuta probabilmente ad una mia deformazione professionale, ma… approvati da chi? Dalla FIP? Dalla Federazione nazionale? Dal Presidente della Giuria? Dal Commissario federale? Da Pinco Pallino? E se il modulo non ha la necessaria approvazione che succede?
Norme generali per la valutazioneArt. 4.2
Cita:
“Il piano deve essere utilizzato come segue: …”
Altra mia deformazione professionale… “deve” o “dovrebbe”? Se l’espositore non indica i dettagli delle fonti (ad esempio) viene penalizzato?
Comunque il testo inglese recita
“The Title Page should be used as follows: …”, quindi direi che si tratta solo di una traduzione imprecisa.
Art. 5.1.5
Secondo me c’è una piccola (?) incongruenza con quanto esposto nell’articolo 3.2 del Regolamento, dove si dice che materiale non postale può tranquillamente essere esposto (se rispetto alla versione precedente è stato tolto il periodo
“purché ciò risulti strettamente necessario” ci sarà un motivo…), mentre poi qui si dice che tale materiale non sarà valutato dalla Giuria.
Art. 5.4.2
Cita:
“Tutto il materiale, sia quello non di storia postale sia non filatelico dovrebbe essere, quando possibile, originale.”
Dovrebbe? Quando possibile? Cosa significa? Che se non ho gli originali posso anche mettere le fotocopie di mappe, decreti, ecc. e mi vengono valutate come il resto del materiale (magari perdendo qualcosa sulla rarità)? Il problema, naturalmente, si pone solo per la sottoclasse 2C, perché nella 2A tale materiale, anche se presente, non dovrebbe essere valutato (vedi punto precedente) e quindi, originale o no, non cambia nulla.
Scusate per la prolissità

...e il delirio
