Piccolo riassunto.
Cari amici,
come promesso eccovi una breve sintesi della “36 ore capodistriana” vissuta da Alviero e da me.
Nella mattinata del giorno 19, abbiamo fatto una ricognizione nel locale della mostra, non molto grande ma ben messo; le vetrine, molto semplici e funzionali, erano ben disposte per cui lo spazio è risultato sufficiente per la cerimonia di inaugurazione e per una visita ai quadri da parte degli interessati. D’altra parte avrete avuto la possibilità di vedere il filmato postato da Paolo Morandotti.
La manifestazione è stata vissuta dalla comunità italiana di Capodistria come un ‘evento’ e non poteva essere diversamente visto il loro desiderio di tenere sempre vivi i contatti con quello che sentono essere il loro paese.
L’ospitalità, di conseguenza, è stata molto affettuosa e tutti hanno apprezzato, veramente, il lavoro che il CIFT ha fatto o, meglio, che 34 collezionisti hanno fatto; ne è la riprova la copertura radiofonica e televisiva.
Per quanto riguarda il materiale prodotto lo avrete già visto nel mio precedente messaggio; è stato un peccato che cartoline e francobolli fossero contingentati perché avremmo potuto procurarci qualcosa in più anche per fare un po’ di propaganda a questa bella iniziativa.
Naturalmente il canto più letto è stato il IX in cui Dante cita esplicitamente queste terre e cioè Pola ed il Quarnaro; a Roberto Petrone, titolare di questo canto, avrà avuto un continuo fischio nelle orecchie, giovedì sera.
Eccovi un po’ di foto con l’augurio che la manifestazione possa ripetersi l’anno prossimo.
In chiusura desidero ringraziare il Museo Regionale di Capodistria, che sta ospitando la mostra (finirà il 25 febbraio), e la Comunità degli Italiani di Capodistria che hanno reso possibile il tutto sia dal punto di vista organizzativo che finanziario. Un grazie particolare va a Chiara Simon, Direttore del Museo Postale della Mitteleuropa di Trieste, nostra recentissima socia, che ha coordinato il tutto per conto del CIFT sobbarcandosi anche l’onere del trasporto della collezioni da Trieste a Capodistria ed alla dott.ssa Valentina Petaros Jeromela, filologa dantista, che ha curato la parte scientifica.
Luciano
PS = Capodistria è proprio un bel posto e vale la pena di farvi una visita, anche breve; il centro storico, totalmente in stile veneziano, è un vero gioiello.
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