Ciao Paolo,
tocchi un argomento interessante e controverso. Non essendo un collezionista tematico ma di storia postale non mi sono mai posto il problema dell'utilizzo nelle collezioni tematica ma più semplicemente il problema delle classificazioni.
Sul catalogo Filagrano degli interi postali leggo questa definizione:
Cita:
L'intero postale è una carta-valore di corrispondenza preaffrancata ed emesse dall'Amministrazione Postale ed utilizzabile direttamente dall'utente, avente un proprio valore corrispondente all'importo della tassa cui è destinata per usufruire del servizio postale. Tale valore è rappresentato da un'impronta a stampa, posta all'origine, di un francobollo. Non sono da considerarsi interi postali i moduli di servizio degli Enti dello Stato e quelli con dicitura "in abbonamento postale", "Port Payé", "Tassa Pagata", "Posta Target" ecc... né la corrispondenza in franchigia indirizzata al Re, al Presidente della repubblica e al Papa. I privati, sull'intero postale, possono imprimervi a stampa intestazioni, fregi, sigle e vignette, purché non venga alterata l'impronta del francobollo..
Quindi i BLP che non hanno
un'impronta a stampa, posta all'origine, di un francobollo non dovrebbero essere considerati interi postali. I francobolli, staccati dal supporto sono quotati autonomamente sui cataloghi di filatelia.
Ma se guardiamo al di fuori dei nostri confini troviamo emissioni simili ai BLP:
la Francia ha emesso, già dal 1872-1873 delle cartoline postali, prodotte all'inizio dall'autorità postale e vendute già affrancate con i francobolli ordinari in corso al momento (questi senza nessuna differenziazione da quelli venduti sciolti); si direbbe che erano sul punto di introdurre l'intero postale e l'hanno mancato per un'inezia! Bastava stampare anche l'impronta sul cartoncino...
eccone un esempio:

Per continuare la storia, questa formula ha avuto un successo notevole tanto che la stampa dei cartoncini fu allargata ai privati e nel 1873 nascono le
Cartes Postales Annonces prodotte e brevettate da due agenzie di pubblicità di Parigi (anzi, brevettata e registrata una prima
Carte Postale Annonce, nasce subito dopo, ad opera della concorrenza, la
Carte Annonce Postale); in un primo periodo, i francobolli incollati sulla cartolina erano incisi con un monogramma (CA) o da linee parallele orizzontali, poi a partire dal 1874 questa pratica fu vietata ed i francobolli incisi furono tassati.
I dettagli di queste cartoline (ma non le immagini purtroppo) li possiamo trovare nel sito
www.entierpostal.fr.
Cosa sono queste CPA o CAP se non le antenate del BLP?
Il più autorevole catalogo francese di interi postali, il Sinais, le cataloga senza problemi nel capitolo
Les Cartes Postale Type 1873. E secondo me ciò è soprattutto perché l'emissione e la vendita di cartolina e francobollo dovevano essere congiunte e non era ammesso l'uso del francobollo isolato (a maggior ragione per quelle pubblicitarie che erano vendute ad un prezzo inferiore).
Sicuramente l'origine, l'idea di questi oggetti postali trae la sua origine da quello che successe nel periodo 21 settembre 1870 - 28 gennaio 1871. A seguito della disfatta di Napoleone III a Sedan ad opera dei prussiani la città di Parigi si trova assediata dalle armate nemiche. Il pioniere della fotografia Nadar (il vero nome era Gaspar-Félix Tournachon) che aveva già sfruttato i palloni aerostatici per le prime fotografie aeree della storia, creò una compagnia di
aérostier che avrebbero portato, per tutto il periodo dell'assedio, persone e messaggi fuori della città, al di là delle linee nemiche. L'amministrazione postale detta immediatamente le regole per queste corrispondenze ed in particolare ne fissa il peso massimo (4 grammi); immediatamente la posta stessa e le cartolerie della città fanno a gara per fornire ai cittadini supporti standardizzati per la corrispondenza. Alcuni editori creeranno addirittura pubblicazioni periodiche (la più celebre è la
Gazette des Absent), di peso e dimensioni adeguate, con l'indicazione e la delimitazione per l'area dell'affrancatura e con riquadri in bianco come spazi per la corrispondenza. Da lì a vendere il supporto già con il suo francobollo, il passo è breve. Ma non è stato fatto subito. Ed è questa la ragione per cui i cartoncini del 1870-71 non sono interi postali mentre quelli del 1873, per il catalogo Sinais, lo sono.
E, sulla base di queste considerazioni, per analogia, devo considerare intero postale anche il BLP, ovviamente di produzione privata (come le cartoline postali di produzione privata o le pubblicitarie, che il Filagrano descrive, anche se in un capitolo a parte). Quindi, anche se
border line, anche se un caso anomalo e isolato per l'Italia, secondo me, i BLP rientrano negli oggetti da ritenere postali e ritengo anche anche opinabile l'esclusione da un catalogo di interi postali.
Ciao