Caro Marco (ed anche cara Patrizia),
Prima di rispondere alle tue domande specifiche lasciami fare una piccola ricostruzione della tendenza, sempre più marcata in questi ultimi tempi, ad utilizzare documenti postali affrancati con francobolli tematici al posto del singolo francobollo nuovo.
In effetti questo orientamento è nato diversi anni fa proprio in ossequio alla tua osservazione sulla funzione del francobollo ed ha cominciato a prendere sempre più piede anche se, inizialmente vi sono state un po’ di obiezioni di principio: se il messaggio tematico è dato dal singolo francobollo, perché utilizzare una busta senza alcun annullo speciale che porta via molto più spazio?
Questa obiezione, valida come principio, si è poi affievolita alla luce di altre considerazioni nel frattempo formatesi:
1. Si diceva che, per migliorare le proprie conoscenze filateliche, i ‘tematici’ sarebbero dovuti diventi diventare un po’ più ‘cultori di storia postale (ed, al contrario, si invitavano i collezionisti di Storia postale a diventare un po’ più tematici, almeno nella costruzione delle loro collezioni). Questo atteggiamento ha portato molta più tolleranza da parte delle giurie.
2. E’ molto più difficile, e quindi la soddisfazione/piacere è maggiore, trovare un francobollo tematico che affranchi una documento viaggiato piuttosto che il francobollino nuovo.
3. Certo si perde dello spazio sui fogli, ma a volte ne vale la pena, anzi si migliora l’equilibrio del foglio come hai giustamente osservato.
Fatte queste premesse, passo a darti le
mie risposte e a dirti come mi sono comportato con le
mie collezioni; però cambio l’ordine delle tue domande.
a. Per l’esclusione dei pezzi più recenti, vale,
secondo me, la stessa regola dei francobolli e dell’altro materiale. Certamente devono essere privilegiati i documenti più ‘vecchiotti’ anche se, può sembrare un paradosso ma non lo è, in alcuni casi è forse più difficile trovare un francobollo moderno su busta viaggiata piuttosto che uno di 50 anni fa.
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b. L’affrancatura multipla, in tema, è sicuramente più apprezzabile del singolo pezzo perché è indice di una tariffa insolita ed anche per il suo maggiore impatto visivo (basti vedere gli esempi di seguito). Però io faccio poi una distinzione; se il documento postale è affrancato con il francobollo in tema e con altri diciamo 4 – 5 francobolli commemorativi diversi, anche se per una tariffa inusuale, evito di esporre il documento perchè ritengo che in questo caso il messaggio tematico è fortemente disturbato dalla presenza degli altri francobolli. (Altri esempi. Un ulteriore distinguo potrebbe essere fatto nel caso di contrapposizione tra raccomandata e lettera ordinaria, ma ne parleremo un’altra volta…).
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c. Infine, quanti pezzi. Bene, il mio pensiero è che per i documenti più vecchi e più rappresentativi bisogna fare ogni sforzo per trovare lo spazio necessario ad ospitarli; per quelli più moderni inserirei un pezzo solo se particolarmente significativo. Per la mia collezione principale sul basket (128 fogli) ho inserito una trentina di buste viaggiate e di queste solo 5-6 sono degli anni ’60 mentre tutte le altre sono del periodo 1934 – 1959. Quindi mi viene da dire che ciascun collezionista deve sapere quanti e quali pezzi inserire dal momento che egli è il massimo conoscitore della sua tematica ed è la persona più adatta per giudicare su un certo pezzo è raro e va inserito o se è comune ed è meglio lasciarlo fuori. Insomma, ciascuno deve trovare il giusto equilibrio con il suo buon senso.
Naturalmente preciso tutti le osservazioni dei punti che precedono si riferiscono a corrispondenza
annullata con comuni annulli postali ordinari e non commemorativi.
In chiusura vorrei fare un’ultima osservazione. Spesso gli addetti ai lavori parlano con un certo fastidio di corrispondenza ‘filatelica’ (cioè quelle buste viaggiate sì ma create ad arte dai collezionisti per altri collezionisti o per se stessi) contrapposta a quella cosiddetta ‘commerciale’ o ‘genuina’. Premesso che non sempre è facile distinguere una busta ‘preparata’ da una ‘spontanea’, mi chiedo però che senso abbia questo discorso. La domanda principale a cui rispondere è : “il documento postale è realmente passato per le vie di posta?”
Se la risposta è affermativa significa che il francobollo, su quella busta, ha assolto la sua primaria funzione, quella postale, e quindi nulla conta se all’interno della raccomandata ci sia stata una ingiunzione legale o un biglietto di saluti. Addirittura sono state discriminate corrispondenze solo perché indirizzate a noti filatelisti! Come se io, dovendo mandare un documento importante a Paolo Guglielminetti, non potessi preparare un’affrancatura ricca invece dell’anonima targhetta nera!
Certo sono noti molti casi eclatanti di affrancature abnormi usate solo per avere la serie completa su un documento postale viaggiato (basti pensare alle lunghe serie del regno tutte su una busta); bene, in certi casi, anche esse possono essere inserite in una collezione tematica quando riescano a trovare una collocazione coerente con lo sviluppo tematico.
In conclusione,
secondo me, ritornando al dualismo busta commerciale- busta preparata, e lasciando stare i casi limite, in linea di massima mi sembra di poter dire che entrambi i tipi di corrispondenza hanno pari dignità postale e filatelica.
Spero di aver dato un piccolo contributo ai tuoi quesiti. Me, se è il caso, andiamo pure oltre…
Luciano