Il Ministero emette il 14 giugno 2018 un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato a Salvatore Quasimodo, nel cinquantenario della scomparsa, relativo al valore della tariffa B. Salvatore Quasimodo (Modica 1901 – Napoli 1968) trascorse l’infanzia e l’adolescenza in Sicilia, seguendo gli spostamenti del padre, impiegato delle ferrovie. Non pote laurearsi per motivi economici, trovò impiego nel Genio Civile e fu inviato a Reggio Calabria. Nel 1929 si trasferì a Firenze, presso la sorella, moglie di Ettore Vittorini, d iniziò la sua attività di letterato. Nel 1930 apparve la sua prima raccolta di poesie “Acque e terre”, alla quale seguirono “Oboe sommerso”, “Odore di eucalyptus e altri versi”, “Erato e Apollion”, “Poesie”. Nel 1938 lasciò l’impiego al genio civile, lavorò nella redazione del settimanale “Tempo” e nel 1941 fu nominato professore di letteratura italiana al conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Nel 1940 aveva esordito come traduttore con il volumetto “Lirici greci” al seguirono altre traduzioni da scrittori classici e moderni. Nel 1942 uscì un’ampia raccolta di poesie antiche e moderne dal titolo “Ed è subito sera”. Nel dopoguerra svolse una intensa attività giornalistica e pubblico nuove raccolte poetiche: “Il piede straniero sopra il cuore”, “Giorno dopo giorno”, “La vita non è sogno”, “Il falso e vero verde”, “La terra impareggiabile”, “Dare e avere”. Dopo avere ricevuto vari premi in Italia, nel 1959 fu insignito del premio Nobel per la letteratura. Quasimodo è passato da una lirica concentrata sulla parola in sé, allusiva, di tendenza ermetica a una poesia che si proponeva invece la comunicazione esplicita di un contenuto, incentrato ora sull’uomo nella storia e nella società. Generalmente si riconosce che c’è sempre nei versi di Quasimodo molta letteratura (sulla linea del simbolismo: Ungaretti e Mallarmé, senza escludere, però D’Annunzio e Pascoli) e che questa diventa facilmente stereotipo, maniera, con una sonorità di superficie. (tratto da “Il materiale e l’immaginario” di Remo Ceserani e Lidia De Federicis, Loescher Editore.) Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, autoadesiva Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta e formato stampa: 30 x 40 mm; formato tracciatura: 37 x 46 mm; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura; colori: quattro; tiratura: ottocentomila esemplari. Bozzetto: a cura del Centro Filatelico della Direzione Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca Dello Stato S.p.A. La vignetta riproduce un’opera di Giacomo Manzù raffigurante Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la letteratura nel 1959. Nella Vignetta è riportato il verso finale di una poesia di Salvatore Quasimodo dal titolo “Epitaffio per Bice Donetti”, che interpreta il suo modo di identificare se stesso come poeta: “… uno come tanti, operaio di sogni.” Completano il francobollo le leggende “SALVATORE QUASIMODO”, “1901 – 1968”, la scritta “ITALIA” e la dicitura “B”. Foglio: quarantacinque esemplari. L’opera di Giacomo Manzù è riprodotta per gentile concessione di Alessandro Quasimodo e della Fondazione Giacomo Manzù di Ardea.
_________________ Tematica S. Antonio da Padova socio CIFT numero 2368  (C) ATG
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