SimoneCasadei ha scritto:
A me il confronto pare comunque difficile da sostenere!
Si, decisamente impossibile sostenere il confronto, almeno da una certa data in poi. Alla fine degli anni '50 i francobolli italiani ebbero un momento di grazia: l'impiego frequente della calcografia, affidata ad incisori di grande bravura, produceva francobolli molto belli mentre quelli inglesi, sia ordinari che commemorativi ,erano decisamente antiquati: gli ordinari ancora impostati come quelli di 30 anni prima, i commemorativi dove continuava a prevalere l'immagine reale rispetto agli altri elementi, costituiti esclusivamente da simboli. Ma negli anni 60 si ebbe un capovolgimento della situazione: in Italia la calcografia fu progressivamente abbandonata ma soprattutto si cominciarono a vedere sempre più spesso bozzetti scialbi, se non proprio sciatti. In Gran Bretagna invece avvennero due cose, indotte dal rinnovamento voluto da un
enfant terrible della politica britannica, il ministro delle Poste Antony Wedgwood Benn: nel 1962 compaiono i primi commemorativi disegnati da David Gentleman e nel 1967 appaiono i primi ordinari con il ritratto Machin. David Gentleman in breve impone un uovo stile ai commemorativi, in cui il ritratto della regina perde la sua centralità e diventa a poco più piccolo, fino a diventare solo una specie di marchio di fabbrica. Ma soprattutto David Gentleman è un grafico di prim'ordine, esperto di grafica di piccoli oggetti, teorizzata nel suo libro "Design in miniature", e che introduce nei francobolli inglesi bozzetti di grande efficacia e immediata comprensibilità. Il nuovo stile raggiunge il suo apogeo nei Machin dove, al contrario dei commemorativi, il messaggio grafico è affidato solo al ritratto della regina, di classica bellezza, senza alcun altro simbolo o fronzolo. Da qui in poi il miglioramento è continuo: man mano che escono di scena i bozzettisti più datati, i francobolli diventano sempre migliori (non mancano di tanto intanto brutti tonfi) anche perchè i bozzetti sono preparati da grafici in competizione tra loro per l'ottenimento della commessa, a differenza di quanto accade da noi, dove il Poligrafico si dota di un "Centro filatelico" che praticamente ha l'esclusiva della produzione di bozzetti, preparati da grafici in organico e che dubito assai che ottengano aumenti di stipendio o premi speciali legati alla qualità della loro produzione. La politica delle emissioni, troppo spesso emissioni "politiche" che commemorano fatti, persone o istituzioni sconosciute ai più, sicuramente aiuta a deprimere ancora di più la fantasia dei bozzettisti, con risultati troppo spesso al di sotto della soglia di accettabilità.
Non è quindi un voler vedere l'erba del vicino sempre più verde: in questo campo, da noi l'erba è ormai decisamente secca!
Michele