"Ninguna aventura de la imaginación tiene más valor literario que el más insignificante episodio de la vida cotidiana" (Gabriel Garcia Marquez)
17 aprile 2014: muore Gabriel Garcia Marquez.
Gabo, così era soprannominato Gabriel Garcia Marquez, è stato uno degli scrittori più originali e amati dell'America Latina. Egli, che diceva di detestare la fantasia, fu un autore fantastico! Nelle sue opere usò sempre uno stile scorrevole, a tratti umoristico, intrecciando continuamente storia e leggenda, realtà e immaginazione. Il mondo da lui descritto è ricco di schiette riflessioni sulla vita e sui conflitti che lo caratterizzano, rese gradevoli dal continuo alternarsi tra eventi reali, miti e allegorie. Lo stile è prosaico e ricercato, mai scontato. Non manca neanche una certa dose di cinismo. Celebre è il fantastico mondo di Macondo, il paese immaginario in cui è ambientata la storia della famiglia Buendía, raccontata nel romanzo che portò alla ribalta Gabriel Garcia Marquez; sto parlando di "Cent'anni di solitudine", considerata l'opera in cui si manifesta la massima espressione del realismo magico. Ricordiamo altre sue celebri opere come "L'autunno del Patriarca", "Cronaca di una morte annunciata", "L'amore ai tempi del colera", "Dell'amore e di altri demoni" e "Memoria delle mie puttane tristi", il suo ultimo romanzo, pubblicato nel 2004. La Colombia, con estrema fierezza, nel 1982 emise un francobollo dedicato a Gabo. Fu in quell'anno che infatti lo scrittore vinse il Premio Nobel per la letteratura.
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