14 aprile 1920: Sacco e Vanzetti
Emigrati negli USA nel 1908, il pugliese Nicola Sacco e il piemontese Bartolomeo Vanzetti lavorarono per diversi anni nel Massachusetts. Anche a quei tempi nei confronti degli stranieri si avevano molti pregiudizi e venivano manifestate delle ostilità. Il 14 aprile del 1920 i due italiani furono accusati, senza prove certe, di essere gli autori di una rapina avvenuta in una fabbrica di scarpe in cui rimasero uccisi un cassiere e una guardia armata. L'opinione pubblica aveva bisogno a tutti i costi dei colpevoli per sfogare la propria rabbia e, tra l'altro, il Giudice e il PM avrebbero potuto sfruttare la faccenda per avere maggiore visibilità e progredire nella loro carriera. Dopo circa un anno, Sacco e Vanzetti furono dunque condannati alla sedia elettrica. I poveretti ribadirono fino all’ultimo la loro innocenza e a nulla servì la deposizione del vero colpevole che, insieme ad altri, aveva partecipato alla rapina. E così, il 23 agosto del 1927, Sacco e Vanzetti furono giustiziati. Fu solo nel 1977, dopo l'ennesima riapertura del caso, che Michael Dukasis, governatore del Massachusetts, assolse i due anarchici italiani. Ricordiamo alcune delle sue significative parole:
<< Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti >>.
<< Il processo e l’esecuzione di Sacco e Vanzetti devono ricordarci sempre che tutti i cittadini dovrebbero stare in guardia contro i propri pregiudizi, l’intolleranza verso le idee non ortodosse, con l’impegno di difendere sempre i diritti delle persone che consideriamo straniere per il rispetto dell’uomo e della verità >>.
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