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MessaggioInviato: 09/07/2011 16:12 
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Credo che si dovessero fare ricerche psicanalitiche sulla figura del filatelista tematico, si potrebbero riempire fogli, da mandare alle stampe.
A livello empirico (giacchè faccio tutt'altro mestiere, rispetto a quello dello psicologo)
emerge un'ottima dose di narcisismo, necessario per avere fiducia in quello che si fa?
Poi, credo che serva la capacità di non superare mai la "sottile linea rossa" attigua
al confine del non...strafare.
Le note dolenti o il mare dell'ambiguità, emergono dalle interpretazioni del regolamento di filatelia tematica. Qui, il "non detto" e le "interpretazioni" regolamentari di alcuni giudici,
rischiano di allontanare tante appassionati.

Ho sentito, della querelle, sul se..."si scrive intero postale oppure i.p."
Beh! E' come parlare del "sesso degli angeli", o no?

Ma le noti dolenti, arrivano quando si devono assegnare i (tanti) punti sulla sezione
"rarità" !!!
E qui mi chiedo: ma se io ho svolto il tema in maniera corretta ed equilibrata, inserendo
pezzi pertinenti, ma di modesto valore. Sarò sacrificato nel punteggio? Temo di si!
In altra parte di questo sito (ed è uno dei motivi per cui vi leggo) ho letto sulla
differenza tra un pezzo costoso (il gronchi rosa) ed un altro.
Quindi, se la mia collezione esposta costa (soli) 1.000 € , chi mai potrà abusare in fase
di giudizio negativo, nella parte di punteggio dedicata alla...rarità !!!???


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MessaggioInviato: 09/07/2011 22:04 
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Giulio Gallo Gallo ha scritto:
Le note dolenti o il mare dell'ambiguità, emergono dalle interpretazioni del regolamento di filatelia tematica. Qui, il "non detto" e le "interpretazioni" regolamentari di alcuni giudici, rischiano di allontanare tante appassionati.

Il regolamento della tematica e la sua applicazione sono assai più omogenei di quelli di altre classi, sono stati i primi ad essere codificati in dettaglio, e le interpretazioni proprio non dovrebbero esistere. Del resto quando due giurati tematici valutano separatamente la stessa collezione, è raro che arrivino a punteggi che differiscono di più di 1 o 2 punti, proprio per la più lunga "pratica" che c'è in questa classe.
Ricordo a tutti che il giudizio dei giurati non è una valutazione assoluta, ma solo riferita allo specifico "sistema di riferimento" definito dal regolamento.
Un collezionista deluso dal punteggio può esserlo al punto da decidere di non esporre, ma non credo che se appiattissimo tutte le collezioni tra l'oro e l'oro grande faremmo una cosa giusta. Eppure il 90% di coloro che espongono pensa di meritarlo, l'oro!
Se poi puoi farci esempi precisi magari possiamo meglio capire a quali circostanze ti riferisci.

Giulio Gallo Gallo ha scritto:
Ma le noti dolenti, arrivano quando si devono assegnare i (tanti) punti sulla sezione
"rarità" !!!
E qui mi chiedo: ma se io ho svolto il tema in maniera corretta ed equilibrata, inserendo
pezzi pertinenti, ma di modesto valore. Sarò sacrificato nel punteggio? Temo di si!
In altra parte di questo sito (ed è uno dei motivi per cui vi leggo) ho letto sulla
differenza tra un pezzo costoso (il gronchi rosa) ed un altro.
Quindi, se la mia collezione esposta costa (soli) 1.000 € , chi mai potrà abusare in fase
di giudizio negativo, nella parte di punteggio dedicata alla...rarità !!!???


Innanzitutto Giulio il punteggio non è sul valore monetario ma sulla rarità. Noi tematici siamo molto meno sensibili al valore economico da sempre, mentre cerchiamo di premiare chi ci fa vedere dei pezzi non comuni.
Appunto inserire un gronchi rosa non aggiunge nulla sulla rarità. Se invece inserisci un annullo raro ma magari pagato 20 o 30 euro perché il venditore non ne conosceva la scarsità, allora verrai apprezzato.
Tieni poi presente che questa voce pesa solo 20/100, per cui una collezione ben fatta ma limitata in rarità può tranquillamente arrivare al vermeil nazionale o anche di più.
Vale poi il ragionamento opposto: ti parrebbe giusto che qualcuno che magari per 15 o 20 anni ha pazientemente cercato i pezzi meno comuni del suo tema nelle aste e nei convegni di tutto il mondo, con corrispondenti in Italia e all'estero ecc. prenda lo stesso punteggio di chi magari ha predisposto la sua collezione in 6 mesi surfando un po' su ebay e delcampe, inserendo solo materiale di immediata reperibilità?

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MessaggioInviato: 09/07/2011 23:51 
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Mi è capitato di vedere arrancare alla ricerca di uno, due, tre francobolli, un collezionista tematico di specchiata competenza. Aspettava da tempo la risposta di quel corrispondente
o di quell'altro. Che avrei dovuto fare, tacergli che gli potevo trovare quello che cercava
in una settimana ? Glieli ho trovati!
Il mondo è cambiato. La comunicazione globale consente di fare in un anno, o sei mesi...quello
che tanti tematici attuilazzono in molto piu' tempo.
E quindi, trovo giustissimo che chi sa muoversi nell'universo delle aste-on line abbia lo stesso punteggio del filatelista tradizionale, che aspetta la risposta da Milano, Roma, Firenze o Parigi!

Al riguardo, invece, dei regolamenti tematici che parlano chiaro, credo che solo quelli
della filatelia tematica giovanile, nelle sue tre classi, scendano in dettaglio reale e minuzioso
rispetto a quello dei senior.

Il sistema di valutazione dei giurati, non è un valutazione assoluta,e neanche una sistema
che si compara tra parametri ben definiti...perchè la differenza di un paio di punti, vale un vermeil o un argento! E siccome ogni giurato si conosce a mena dito, la mosca al naso
la si fa passare sopra la testa di tanti neofiti ( e non solo ).

Si, i tematici, sono i meno sensibili al valore pecunario del francobollo, ma piuttosto a quello
della rarità. D'altronde non sarei qui, se non VI riconoscessi questo valore.
Ma è anche vero, che tra noi tematici, c'è chi è sensibile al pezzo cosiddetto "pesante"...

Ma ora ti chiedo, chi e come si puo' fare stabilire se quel pezzo è raro? Fatte salve, ovviamente: le tirature realmente limitate, o gli alti valori, o le prove di stampa etc...

E se io dovessi presentarti un valore di uno stato che è coordinato con le regole UPU,
ma che è difficilissimo da reperire, chi ha la competenza per giudicarne la rarità?

Ad ogni buon conto possiedo il catalogo scott mondiale dal 1840 al 2009, in CD, se ti
serve sarò lieto di spedirtelo.


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MessaggioInviato: 10/07/2011 8:26 
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Giulio Gallo Gallo ha scritto:
Mi è capitato di vedere arrancare alla ricerca di uno, due, tre francobolli, un collezionista tematico di specchiata competenza. Aspettava da tempo la risposta di quel corrispondente
o di quell'altro. Che avrei dovuto fare, tacergli che gli potevo trovare quello che cercava
in una settimana ? Glieli ho trovati!
Il mondo è cambiato. La comunicazione globale consente di fare in un anno, o sei mesi...quello
che tanti tematici attuilazzono in molto piu' tempo..


Certo, hai ragione. Ma non tutto si trova così in fretta
Ma io che da oltre 20 anni colleziono lo stesso tema e da 8 surfo giornalmente su ebay e delcampe, certi interi postali o annulli non li ho ancora visti in vendita, altri li ho trovati solo in asta (ormai tutte sia cartacee che online) magari in USA o Australia solo dopo anni di complusamento di cataloghi.
Ti soprenderà sapere che il concetto di rarità non è così astratto. Esistono cataloghi anche nel settore degli interi e degli annulli. E si sa, ad esempio, che le prove d'artista sono più scarse di quello di lusso (come numero di pezzi prodotti).
Un francobollo viaggiato su raccomandata transoceanica è meno comune del nuovo che si compra ovunque.
Insomma coordinate ce ne sono non poche, e sta anche al collezionista con appropriate didascalie filateliche (le "conoscenze filateliche" valgono 15 punti) evidenziare bene i pezzi interessanti.

Non mi pare di avere visto il tuo nome nelle esposizioni a concorso degli ultimi anni, quindi credo che tu faccia riferimento soprattutto sulla base di racconti di esperienze non positive altrui. Prova a cimentarti in prima persona!
Tutti, compresi i giurati, possono sbagliare, ma eviteri di costruire una teoria da un episodio infelice, magari raccontato da altri ... del rfesto cantonate colossali (cioè errori di valutazioni superiori a un livello di medaglia) ormai sono rarissime. Internet ci ha aiutato, così come il lavoro di "armonizzazione" svolto da anni da Giancarlo Morolli e di cui si è parlato anche in seminari in Italia

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MessaggioInviato: 10/07/2011 12:03 
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Certo, hai ragione. Ma non tutto si trova così in fretta
Ma io che da oltre 20 anni colleziono lo stesso tema e da 8 surfo giornalmente su ebay e delcampe, certi interi postali o annulli non li ho ancora visti in vendita, altri li ho trovati solo in asta (ormai tutte sia cartacee che online) magari in USA o Australia solo dopo anni di complusamento di cataloghi.


Come punto di ri-partenza va bene. Ma io ho riflettuto ad alta voce sulla tua affermazione che tra due collezionisti, una che fa la collezione in 20anni, ed un altro in 1 anno " non sarebbe giusto, che due espositori, possano ottenere gli stessi punti"

E' chiaro che non tutto, si strova in internet. Come è chiaro che ci sono nomi illustri della
filatelia tematica e dintorni che non utilizzano internet...

----omissis.......

...Insomma coordinate ce ne sono non poche, e sta anche al collezionista con appropriate didascalie filateliche (le "conoscenze filateliche" valgono 15 punti) evidenziare bene i pezzi interessanti.

Su questo punto ho una mia teoria: io devo comporre un racconto tematico. E se un francobollo da 0,50€ si appropria di più nel contesto che sto trattando...io metto il
francobollo di scarso valore, rispettoo a quello costoso. Ma qui ti chiedo; sono tutti capaci di
operare questa scelta ? Ed i giurati, sapranno apprezzare questa scelta rigorosa e seria?
Inoltre, non sono assolutamente propenso, ad evidenziare un pezzo costoso...con conoscenze
filateliche, che mi sembrano un...arteficio! Dato che siamo...in tematica

Non mi pare di avere visto il tuo nome nelle esposizioni a concorso degli ultimi anni, quindi credo che tu faccia riferimento soprattutto sulla base di racconti di esperienze non positive altrui. Prova a cimentarti in prima persona!

Nella mia presentazione, in cui tu hai risposto, ho chiarito che provengo dalla storia postale
e che sono prestato alla filatelia tematica per ragioni di squadra di U.F.S., giusto il tempo di
capire se potrò restarvi, oppure no a cominciare da una prossima esposizione a concorso...
(collezione già pronta)

Tutti, compresi i giurati, possono sbagliare, ma eviteri di costruire una teoria da un episodio infelice, magari raccontato da altri.
So benissimo che i racconti, sia pure in buona fede, trasformano la realtà, ma non sottovalutare la capacità di una vecchio collezionista come me, di conoscere
alcune categorie di comportamento, degli uomini e le donne che compongono il mondo
della filatelia; con i loro pregiudizi ma anche con le loro grandissime competenze ,
con i loro innamoramenti narcistici ma anche con la loro rigorosa applicazione delle
conoscenze; infatti queste mi consentono di equipaggiarmi su quello che sarà, per prevenire
piuttosto che curare...il danno arrecabile al mio orgoglio di filatelista


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MessaggioInviato: 10/07/2011 20:03 
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Mi pare più che saggio autolimitare le aspettative, così non si rischia di essere delusi.
Errori di giudizio ci possono sempre essere, i giurati sono "umani".

Tieni presente che esporre è una tecnica, e come tale ha le sue abilità e le sue astuzie. Si espone nel quadro di un certo regolamento, con i giurati che nel tempo hanno maturato una certa scuola di pensiero ecc. Così come nel calcio gli attaccanti cercano di evitare di andare in fuorigioco anche se magari pensano che senza questa regola il calcio sarebbe più bello.

Spero di vedere presto la tua collezione, al Campionato cadetti immagino.
Buona competizione!

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MessaggioInviato: 10/07/2011 22:04 
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Paolo Guglielminetti ha scritto:
Mi pare più che saggio autolimitare le aspettative, così non si rischia di essere delusi.
Errori di giudizio ci possono sempre essere, i giurati sono "umani".

Tieni presente che esporre è una tecnica, e come tale ha le sue abilità e le sue astuzie. Si espone nel quadro di un certo regolamento, con i giurati che nel tempo hanno maturato una certa scuola di pensiero ecc. Così come nel calcio gli attaccanti cercano di evitare di andare in fuorigioco anche se magari pensano che senza questa regola il calcio sarebbe più bello.

Spero di vedere presto la tua collezione, al Campionato cadetti immagino.
Buona competizione!


Grazie, Paolo.
Ma non mi autolimito per difendermi dalle delusioni, ma proprio perchè i giudici sono... umani
e per tanto, se si alzano "male" possono trasversalmente (concedimila) farla pagare a chi
gli viene a tiro.
Né io sono un tipo, che puo' stendere il proprio lavoro filatelico, in relazione a quel giudice o
a quella "scuola di pensiero" :) . Non sarebbe un divertimento. Ma qualcosa di simile
alla vita reale del lavoro... quando qualche capo, dice delle idiozie, e tutti sorridono e calano la testa.
Servone regole certe! Regole scritte e inoppugnabili.
A Verona, Paolo. Sarò anche presente (credo).

Cio' posto, a rileggerti in questo forum, magari per alcuni miei quesiti...di storie.


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MessaggioInviato: 10/07/2011 23:53 
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Cari Giulio (che non ho ancora il piacere di conoscere di persona) e Paolo,
mi rivolgo a voi perché avete finora animato questo ‘alto’ dibattito su alcuni aspetti della Filatelia Tematica che, ne sono certo, sta però appassionando anche gli altri navigatori silenti.
Ho usato il termine ‘alto’ volutamente: infatti non è molto frequente che si apra una discussione sui principi e le modalità del ‘nostro’ modo di collezionare, cioè sulla ‘filosofia’ che è alla base della Tematica.
Devo subito dire che mi trovo d’accordo con le osservazioni e le precisazioni fatte da Paolo, e non potrebbe essere altrimenti visto che sono il rappresentate per così dire ‘ufficiale’ di una buona parte dei tematici italiani; insieme a lui, ed a tanti altri amici, ho vissuto la crescita della Filatelia Tematica e, forse, ho anche contribuito un poco alla sua affermazione ed al suo consolidamento su principi abbastanza chiari, ed oramai compresi, accettati e condivisi da tutti.
Devo anche dire che mi ritrovo, come collezionista, in alcune delle affermazioni di Giulio che denotano qualche perplessità e preoccupazione su alcuni aspetti della filatelia tematica ‘competetiva’; ciò è naturale perché, come egli stesso ha sottolineato, si sta avvicinando alla Tematica da Filatelista storico postale.
Ebbene, voglio dire la mia in libertà e chissà che non riesca a tranquillizzarlo…
Sono considerato nell’ambiente un po’ ‘provocatore’ (in senso buono, almeno spero) perchè ho sempre cercato di dire e fare qualcosa di nuovo e di originale cercando però di non travalicare i sacri canoni; non sempre ci sono riuscito (ricordo la collezione sull’Universiade “A quattro mani” con i fogli di tre colori diversi scritti in parte a mano ed in parte a macchina o le minicollezioni con un sol elemento postale di “Tema 24” della Peloro che destarono qualche critica) ma vi garantisco, però, che mi sono sempre divertito moltissimo a costruirle.
Sono stato spesso provocatore anche con i giurati più noti che sono in circolazione ancora oggi affermando che, come paradosso estremo, potrei ottenere 81 punti con una collezione in cui prendo il massimo a tutte le voci di giudizio e solo 1 alla voce rarità del materiale, perché sono fermamente convinto che valga di più un ‘azzeccato’ passaggio tematico realizzato con un francobollino da poco conto piuttosto che gli zeri che occorrono per comprare un certo pezzo. Così come ho contestato, ed a volte l’ho spuntata, la rigidità eccessiva nell’interpretazione di alcuni principi, per esempio le modalità di redazione della pagina del ‘piano’. Insomma voglio dire che io e tutti i collezionisti tematici da esposizione siamo piuttosto inclini al confronto, alla discussione, alla continua verifica tra di noi e con i giurati e cerchiamo sempre di mettere in evidenza il piacere di una lunga ed elaborata ricerca per trovare un certo pezzo piuttosto che la facilità nel compilare un assegno bancario per comprare un Gronchi Rosa.
Non mi stancherò mai di raccontare che nella mia pluridecennale attività di collezionista di materiale basket ho cercato per moltissimi anni un annullino francese del 1974 (che nessun giurato aveva mia visto né conosciuto) mentre avevo abbondanza di lettere con la serie completa di Lituania del 1939, dentellate e non dentellate, ordinarie e raccomandate, e che queste erano le prime cose che i giurati andavano a vedere! Finalmente una paio di anni fa ho trovato non uno ma due annulli francesi e la loro acquisizione (a pochi euro l’uno) da ragione sia a Paolo che a Giulio perché uno l’ho ottenuto dopo tante ricerche tra collezionisti e case d’asta e l’altro su Delcampe…

Come dicevo sto parlando a ruota libera ma corro il rischio di intasare questo ‘forum’ per cui ora passo a dire la mia su alcune considerazioni molto precise, anche se alcune risposte mi pare di averle già date.

Quando Giulio dice che nei tematici “…emerge un'ottima dose di narcisismo, necessario per avere fiducia in quello che si fa e che… serva la capacità di non superare mai la "sottile linea rossa" attigua al confine del non...strafare” rispondo che è vero ma più che di narcisismo si dovrebbe parlare solo della forte convinzione, da parte del tematico, di voler dimostrare sempre che lui ne sa più di tutti su un certo argomento, il ‘suo’, che lo ha studiato e sviscerato in modo completo e che è pronto a discuterne con qualsiasi giurato. Circa il non superare la ‘sottile linea rossa’ ho già detto cosa mi sia capitato con alcune mie collezioni ‘divertenti’…

Sulle ‘…interpretazioni del regolamento di filatelia tematica, il "non detto" e le "interpretazioni" regolamentari di alcuni giudici che rischiano di allontanare tanti appassionati. …la querelle, sul se..."si scrive intero postale oppure i.p." …”
Ebbene, Giulio hai in qualche modo ragione. Non sull’aspetto regolamento perché, come già sottolineato da Paolo, oramai si è raggiunta una certa omogeneità di giudizio e di valutazione da parte dei giurati e gli stessi collezionisti hanno finalmente familiarizzato molto di più con i regolamenti e sono diventati molto più consapevoli dei propri limiti e dei propri meriti.
Hai ragione, invece, sulla storia delle ‘annotazioni filateliche’, almeno secondo me. Io penso che un’annotazione postale e/o filatelica sia necessaria SOLO quando il pezzo non è di per sé esplicativo. Perché devo scrivere “Intero postale”, abbreviato o per esteso, quando si vede subito che l’oggetto presentato è un intero postale; e si vede subito se è una cartolina o una busta. Insomma l’annotazione serve per descrivere qualcosa che non si vede o per spiegare una particolare tariffa o una particolare via di inoltro di quella particolare corrispondenza. Ma questo, ripeto, è solo il mio modo di vedere la faccenda. Circa i pericoli che alcune decisioni delle giurie possano allontanare tanti appassionati…vorrei paragonare il loro numero a quello degli appassionati che hanno abbandonato la filatelia dopo i ‘foglietti dei 18 anni’…!!!!
Sulla storia del ‘valore’ del materiale credo che Paolo (ed anche io prima) abbia chiarito la differenza tra rarità e valore monetario, ma alla tua domanda specifica
“… Ma ora ti chiedo, chi e come puo' fare stabilire se quel pezzo è raro? Fatte salve, ovviamente: le tirature realmente limitate, o gli alti valori, o le prove di stampa etc...” penso di rispondere riportando le parole di un famoso commerciante di materiale tematico statunitense che, a questa domanda, soleva rispondere: “Quante volte hai visto questo pezzo in aste o collezioni negli ultimi 5 anni? La risposta che ti darai è quella giusta”!
Ritornando all’esempio fatto prima da me circa l’annullino francese e le buste di Lituania posso rispondere, ancora oggi, che “…in 30 anni di ricerca di materiale basket l’annullo francese l’ho visto 3 volte (e solo negli ultimi 3 anni) mentre le buste di Lituania le ho sempre viste e ne avrò catalogato almeno un paio di centinaia”.
Allora dovrei concludere che l’annullo francese dovrebbe valere molto, molto di più di una delle buste citate, ma non è così: esso è quotato un paio di euro mentre le buste lituane sono sempre quotate da 50 euro (le più comuni) a 1500 euro le più rare (serie non dentellata, raccomandata per l’estero effettivamente viaggiata). Ma al tempo stesso è molto molto più difficile trovare l’annullo francese che una busta di Lituania. E molti dei giurati queste cose non le sanno ma, d’altra parte, mica possono sapere tutto; ed anche per questi motivi che la voce rarità vale il 20% del tutto!

A proposito della teoria di Giulio “…devo comporre un racconto tematico. E se un francobollo da 0,50€ si appropria di più nel contesto che sto trattando...io metto il francobollo di scarso valore, rispetto a quello costoso. Ma qui ti chiedo; sono tutti capaci di operare questa scelta? Ed i giurati, sapranno apprezzare questa scelta rigorosa e seria?
Inoltre, non sono assolutamente propenso, ad evidenziare un pezzo costoso...con conoscenze filateliche, che mi sembrano un...arteficio! Dato che siamo...in tematica”
mi tocca fare alcune precisazioni.

E’ evidente che la scelta di un pezzo per documentare un certo passaggio tematico dipenda esclusivamente dalle sue caratteristiche di riuscire a commentare al meglio ciò che si vuole dire. Perciò, se un francobollino è più attinente al contesto rispetto ad un pezzo ‘pesante’ anche io metto il francobollino.
Ma se, una volta individuato il pezzo migliore dal punto di vista tematico, si ha la possibilità di scegliere tra il francobollo nuovo singolo, lo stesso francobollo su busta non viaggiata con annullo di favore, ancora lo stesso su busta viaggiata con annullo commemorativo, ancora lo stesso in uso multiplo su busta raccomandata viaggiata con annullo speciale… tu quale metteresti? In questo caso la scelta incide, oltre che sull’aspetto tematico, anche sulla voce ‘rarità’ del materiale…
Circa le annotazioni filateliche, ne ho parlato prima, ma non mi pare che sia un buon atteggiamento affermare che solo perchè siamo tematici le annotazioni sarebbero superflue…
Ho sempre sostenuto che il collezionisti di Storia Postale dovrebbero diventare un po’ più tematici nel costruire le loro collezioni da esposizione, così come i tematici dovrebbero diventare un po’ più cultori di Storia Postale. Del resto i visitatori delle mostre non sono obbligati a conoscere tutto dei pezzi esposti, e quindi anche per loro, e non solo per i giurati, è importante “spiegare” i pezzi la cui “lettura filatelica” non è immediata.
In fondo siamo tutti ‘filatelisti’ e la Filatelia è unica: sono diversi solo i modi di farla…

Penso che sia doveroso, per decenza verso i lettori, che io mi fermi qui; forse ho detto anche troppo ma a volte mi lascio trascinare dall’entusiasmo anche io. Sarei comunque felice di continuare questo confronto tra di noi e con il contributo di altri amici; chissà che non si spossa organizzare, trovando luogo ed occasione, anche una specie di ‘tavola rotonda’ sull’argomento in modo che le parole possano correre più liberamente degli scritti…

Spero solo che tu riesca ad appassionarti sempre più alla tematica e riesca a trovare in essa nuovi stimoli e nuovi spunti per la nostra comune passione.

Al piacere di conoscerti di persona appena possibile.
Luciano


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MessaggioInviato: 11/07/2011 10:21 
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Insisto, Luciano.

E segnalo, per esperienza precedente, in altra categoria, che un punto
(in + o in -) può significare il vermeille grande o quello piccolo.
Il che, tradotto, significa che i giudici che si conoscono a memoria,
e quindi conoscono l'omogeneità e gli automatismi di giudizio, ci stanno
poco a far volare o a fare schiantare al suolo, una collezione che, non
risponde ai canoni tradizionali, o che afferma pensieri "obbliqui", ad una
scuola di pensiero prevalente rispetto ad un'altra. Mi spiego?
Si perchè, soprattutto se il tema è "innovativo", esso destabilizza il
credo interiore che, non dimentichiamolo, è una vera e propria

identità.

In più, e ribadisco invece che i punti assegnati alle "rarità" sono tantissimi,
considerato che il tema, ad esempio "Freud e la sua scuola", tende ad essere
disconosciuto dalla grande maggioranza dei "tematici" e, di conseguenza, ad
essere trascurati i francobolli che possono costituirne lo sviluppo temetico.

Io ad esempio, cerco un francobollo che ho visto una sola volta, nella mia
vita internettiana, eppure costerà 3 euro compresa la spedizione.
Per me, quel francobollo è rarissimo, mentre - inevitabilmente -
per un giurato sarà una francobollicchio!!!

Al riguardo, infine, delle annotazioni filateliche ti chiedo:

se io ho una prefilatelica, con segno di tassa, e che la località dell'annullo mi serve
per rafforzare un passaggio tematico (basta solo il nome di quella località,
per servire alla causa...) cosa dovrei scrivere ??? la brevissima annotazione filatelica-
tematica , e magari l'anno...oppure:

località;
anno;
partenza;
arrivo,
spiegazione del segno di tassa?


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Giulio Gallo Gallo ha scritto:
se io ho una prefilatelica, con segno di tassa, e che la località dell'annullo mi serve
per rafforzare un passaggio tematico (basta solo il nome di quella località,
per servire alla causa...) cosa dovrei scrivere ??? la brevissima annotazione filatelica-
tematica , e magari l'anno...oppure:

località;
anno;
partenza;
arrivo,
spiegazione del segno di tassa?


La didascalia è appunto filatelica. Di solito si scrive "Da (località di partenza) a (località di arrivo), data (gg/mm/aa), (eventuali servizi accessori), segno "..." ad indicare la tassa di ..."

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Paolo Guglielminetti ha scritto:
Giulio Gallo Gallo ha scritto:
se io ho una prefilatelica, con segno di tassa, e che la località dell'annullo mi serve
per rafforzare un passaggio tematico (basta solo il nome di quella località,
per servire alla causa...) cosa dovrei scrivere ??? la brevissima annotazione filatelica-
tematica , e magari l'anno...oppure:

località;
anno;
partenza;
arrivo,
spiegazione del segno di tassa?


La didascalia è appunto filatelica. Di solito si scrive "Da (località di partenza) a (località di arrivo), data (gg/mm/aa), (eventuali servizi accessori), segno "..." ad indicare la tassa di ..."


Grazie, per la risposta Paolo,

ma la mia interrogazione, evidenziata con tre punti interrogativi, stava a significare:

"che senso ha, la descrizione filatelica, quando l'annullo della sola località di partenza
integra perfettamente il discorso tematico"

Non trovi che sia prosaico, descrivere, tra l'altro...un pezzo così elementare da didascalizzare?
Non trovi che il commento filatelico, soverchia e confonde quello che tematicamente è espresso in una sola parola, e cioe' la sola località di partenza?

Grazie


Ultima modifica di Giulio Gallo Gallo il 11/07/2011 18:21, modificato 1 volta in totale.

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Giulio Gallo Gallo ha scritto:
"che senso ha, la descrizione filatelica, quando l'annullo della sola località di partenza
integra perfettamente il discorso tematico"

Non trovi che sia prosaico, descrivere, tra l'altro...un pezzo così elementare da didascalizzare?
Non trovi che il commento filatelico, soverchia e confonde quello che tematicamente è espresso in una sola parola, e cioe' la sola località di partenza?

Grazie

No Giulio, altrimenti ti avrei risposto di non scrivere nulla.
Non lo trovo né prosaico né generatore di confusione (si usano del resto caratteri diversi). Più su ho esposto le ragioni per cui è opportuno illustrare il lato filatelico di alcuni pezzi.
Non è però uno di quei casi dove la descrizione filatelica completa è veramente indispensabile, se non per spiegare il segno di tassa. Se però sai che l'ufficio postale ha usato quel bollo pochi mesi o giorni, è opportuno indicarlo.

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MessaggioInviato: 11/07/2011 18:33 
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Bella discussione,
Caro Giulio fare una collezione tematica è meno facile di quello che può sembrare a prima vista.
Le voci sulle quali si è giudicati sono diverse e tutte importanti e devono essere in equilibrio fra loro.
Ad esempio le conoscenze filateliche (che valgono 15 punti) sono date fondamentalmente dalla varietà di materiale che inserisci in una collezione ( francobolli, interi, annulli speciali, Affrancature meccaniche, prove, saggi, telegrammi, v-mail, Airgraph ecc...) e dalla descrizione dei pezzi che inserisci, che dovrebbero dimostrare la conoscenza che hai dei pezzi stessi. Quindi non basta andare su e-bay o delcampe con le parole chiave ed acquistare gli oggetti ma bisogna anche studiarli e darne appropriata spiegazione (tematica e filatelica).
Spesso hai affermato che il semplice francobollo nuovo e di poco valore è il pezzo migliore per un certo passaggio: giustissimo! inseriscilo pure ma devi stare attento ad alternare il materiale facendo vedere che conosci sul tuo tema anche pezzi diversi dai francobolli e dagli interi postali quindi a volte si preferisce utilizzare altri pezzi rispetto a quello che sembrerebbe il candidato naturale: il francobollo! ( qui è determinate il buon senso del collezionista) . Altrimenti alla lunga potresti essere penalizzato in conoscenze filateliche.
Dico alla lunga perché in una collezione di 60 o 120 fogli non è un pezzo raro o l'utilizzo di un 1 o più pezzi comuni che può cambiare in un senso o in un'altro la valutazione globale. Stai tranquillo viene fatta una media dei pezzi proposti.
Per quanto riguarda il discorso della didascalia di una prefilatelica ti faccio qualche esempio:
Se inserisci una prefilatelica ad esempio del Lombardo Veneto e riesci a spiegare tutti gli elementi compreso la tassazione va bene ma se poi inserisci una prefilatelica della Russia e non inserisci nulla sarai penalizzato perché non hai utilizzato un criterio omogeneo: O le descrivi entrambe o non dovresti descriverne nessuna delle due. Chiaramente il collezionista che descriverà correttamente tutti i pezzi sarà premiato rispetto a quello che ne descriverò una o nessuna.
Stessa cosa con le tariffe postali. Se descrivi nel dettaglio una determinata tariffa postale italiana e poi utilizzi ad esempio un pezzo via aerea dal Perù al Canada e non sei in grado di dire nulla sulla tariffa sarà stato tutto inutile scrivere tanto e dettagliato sulla tariffa italiana.
Tieni conto infine che chi scrive le didascalie si sottopone al rischio di errori che potrebbero essere segnalati e sanzionati dai giurati.
Esempio ho visto inserire lettere in franchigia per l'annullo amministrativo, ma la lettera era in porto assegnato!
Oppure inserire un pezzo definito " prefilatelica " solo perché non aveva francobolli quando invece era una franchigia in periodo filatelico per quel paese!
Oppure ( e questo è un problema difficile per molti collezionisti ) utilizzare una franchigia ma senza nessuna pezza d'appoggio che affermi che quella specifica franchigia era autorizzata e che non si tratti quindi di un abuso.
Ti consiglio quindi di divertirti e di non pensare ai giurati e al risultato che otterrai. Confrontati in maniera costruttiva e non provocatoria (si rischia di indispettire gli interlocutori ).
Quello che ho scritto sopra è il frutto di discussioni, con giurati e non, a volte anche accese ed animate ma sempre con persone attente e sensibili alle problematiche dei collezionisti tematici e della filatelia in generale che comunque per il loro lungo e duro impegno, spesso sottraendo il tempo alle rispettive famiglie e impegni, meritano tanto tanto rispetto. Il tuo contributo può aiutare a migliorare e a far crescere questo gruppo oppure ad allungare le dicerie sulla filatelia tematica.
A presto!
Fabio Pillonca

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MessaggioInviato: 11/07/2011 19:25 
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Spesso hai affermato che il semplice francobollo nuovo e di poco valore è il pezzo migliore per un certo passaggio: giustissimo! inseriscilo pure ma devi stare attento ad alternare il materiale facendo vedere che conosci sul tuo tema anche pezzi diversi dai francobolli e dagli interi postali quindi a volte si preferisce utilizzare altri pezzi rispetto a quello che sembrerebbe il candidato naturale: il francobollo! ( qui è determinate il buon senso del collezionista) . Altrimenti alla lunga potresti essere penalizzato in conoscenze filateliche.

Caro Fabio, ci siamo! Le conoscenze filateliche dovrebbero essere apprezzate, proprio per la
diversità dei supporti utilizzati.

Sono pure d'accordo, che la filatelia tematica, è un po' la parte intellettuale e fantasiosa
della filatelia espositiva e non, così come il buon vino è la parte intellettuale del pranzo,
quindi è difficile, anzi difficilissima perchè non ci si limita ad aprire il proprio portafoglio
ma serve ad accendere la propria e l'altrui fantasia.

Sono perfettamente d'accordo con te, su tante tue valutazioni e considerazioni ma, consentimi, che nel momento in cui si sceglie di esporre, il divertimento lascia il campo
ad altri sentimenti ed emozioni perchè il regomento scritto e le regole non scritte, che
sono diventate prassi, creano un certo disorientamento, non credo solo nei neofiti ma
anche nei "professionisti" delle ...storie (della tematica).

Sono solo un debole voce, che ha deciso di lasciare le sponde del dolce naufragare
nel mare del consueto e consolidato, per scommettersi e scommettere che, esiste
sempre un punto d'incontro in nuovi territori.

In fondo, sono come uno di quei bimbi, che con la loro innocenza pongono delle domande
al papà,a volte...imbarazzanti (forse).


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MessaggioInviato: 11/07/2011 20:18 
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Caro Giulio,
l'importante è che non sei uno di quei bimbi che fa mille domande e poi non ascolta le risposte!!!! :)) :)) :))
Scherzo!
Ho contestato anche io le regole"non scritte" e i parametri di valutazione adottati dai giurati ma a rifletterci bene (dopo più di 1 anno) mi sono reso conto di avere in parte torto e di essere stato troppo impulsivo.
Le regole scritte nel loro insieme sono di difficile interpretazione e codifica. I giurati guardano cose a cui noi spesso non facciamo neppure caso. Ecco perché è importante un confronto sereno e senza pregiudizi con i giurati.
Ti può aiutare ad espandere la mente e a fare quel salto di qualità! Questo si che può farti fare un salto di medaglia e non una didascalia scritta o non scritta o un pezzo raro non capito.
Ho visto molte collezioni esposte senza mai vedere i rispettivi collezionisti: difficilmente migliorano la loro valutazione. Invece ho visto collezionisti esporre spesso e andare sempre a colloquio e migliorare sensibilmente la loro valutazione anche in modo molto considerevole!
Che altro dire?
Non crearti degli alibi, non aver paura di prendere un punteggio basso fai tesoro dei consigli di Paolo e Luciano e vedrai che andrà tutto bene!
:ciao:
Fabio

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MessaggioInviato: 12/07/2011 14:00 
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Ciao a tutti. Trovo questo dibattito interessantissimo e provo a parteciparvi, anche se è la mia prima esperienza sul forum.
Non ho capito come si fa a riportare in automatico le citazioni e quindi provo col classico "copia e incolla" scrivendo magari poche cose per prova del funzionamento (già ho perso un intervento lungo quasi quanto quello di Calenda).

Cita:
Ho contestato anche io le regole"non scritte" e i parametri di valutazione adottati dai giurati

Cita:
Le regole scritte nel loro insieme sono di difficile interpretazione e codifica.


E infatti, secondo me il problema è il rapporto tra regole scritte e non scritte. Di fatto c'è una prassi (o una "giurisprudenza" orale dei giurati) che vale molto più dei regolamenti, estremamente sintetici e pieni di dichiarazioni a volte astratte. Paradossalmente, come dice Giulio, il maggior dettaglio si ha nel regolamento di filatelia giovanile, dove vengono date numerose indicazioni concrete che invece nei regolamenti "per adulti" si danno forse per scontati e sottintesi (ma così non sono per molti di noi). Se su questa "giurisprudenza orale" si avesse qualcosa in più di scritto forse andremmo più tranquilli, senza rischio di polemiche.
Il fatto è che forse nemmeno i giurati (come del resto la giurisprudenza dei tribunali) sono concordi su molte cose, chi vuole scritto intero postale e chi IP, chi vuole scritto cartolina postale e chi non vuole scritto niente. Insomma alla fine, ognuno decide secondo la tesi prevalente (se sai quale è) o secondo il proprio convincimento logico.

Spero a presto con ulteriori riflessioni. Ciao Giuseppe


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MessaggioInviato: 12/07/2011 15:20 
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Iscritto il: 17/12/2007 22:16
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pennyblack24 ha scritto:
E infatti, secondo me il problema è il rapporto tra regole scritte e non scritte. Di fatto c'è una prassi (o una "giurisprudenza" orale dei giurati) che vale molto più dei regolamenti, estremamente sintetici e pieni di dichiarazioni a volte astratte. Paradossalmente, come dice Giulio, il maggior dettaglio si ha nel regolamento di filatelia giovanile, dove vengono date numerose indicazioni concrete che invece nei regolamenti "per adulti" si danno forse per scontati e sottintesi (ma così non sono per molti di noi).


Non è certo un paradosso, è normale che ai giovani si diano direttive più circostanziate.

pennyblack24 ha scritto:
Se su questa "giurisprudenza orale" si avesse qualcosa in più di scritto forse andremmo più tranquilli, senza rischio di polemiche.
Il fatto è che forse nemmeno i giurati (come del resto la giurisprudenza dei tribunali) sono concordi su molte cose, chi vuole scritto intero postale e chi IP, chi vuole scritto cartolina postale e chi non vuole scritto niente. Insomma alla fine, ognuno decide secondo la tesi prevalente (se sai quale è) o secondo il proprio convincimento logico.


A mio avviso è importante saper pesare bene il valore relativo delle osservazioni dei giurati.
Di norma, usando il buon senso, non ci sono sorprese.
Forse non ci si rende conto che da un lato si chiedono norme dettagliatissime, ma dall'altra si invoca la libertà del collezionista. I regolamenti non possono essere così rigidi proprio per rispettare quest'ultima. E' giusto che ognuno, sulla base di principi generali, decida come procedere

Entriamo nel merito su un punto, le teorie assolute su queste cose temo valgano poco.
Tutti i giurati concordano che un intero postale illustrato lato veduta ed esposto quindi senza che si veda l'impronta del valore di affrancatura venga reso identificabile (per evitare che il collezionista inserisca una semplice cartolina illustrata, o comunque per avere la certezza che sia consapevole di ciò che sta inserendo).
Questo è quello che va fatto.
Come farlo sta al collezionista.

L'opzione minima (A) è scrivere sotto "intero postale". Se scrivete "I.P." (B) nessuno vi toglie dei punti, magari vi si dice che sembra più un catalogo d'asta che una collezione. E' una battuta. Non una penalizzazione.

In alternativa, specie i collezionisti esteri, mostrano una fotocopia ridotta dell'altro lato (opzione C). E' un'opzione anche questa, non lascia spazio a dubbi, ma occupa più spazio.

Una variante alle opzioni A e B è di aggiungere anche il nome dello stato emittente, l'anno ed il valore (opzione A1 e B1). Dimostra che il collezionista ha svolto ricerche per identificare compiutamente il pezzo come un intero. E' un qualcosa in più, che aiuta i giurati nelle verifiche (non scordatevi che oggi vediamo prima le fotocopie e possiamo fare questi controlli se ci sono dubbi). Qualcuno può trovare questo livello di dettaglio superfluo, per cui nessuno vi imporrà di fare così.

Tutte le opzioni elencate sono accettabili e nessuno perderà punti se usa una opzione o piuttosto un'altra.
Naturalmente ciascun giurato avrà le sue preferenze, e magari ve le dirà pure, ma la cosa importante è rendere identificabile il pezzo, ai fini del punteggio.

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MessaggioInviato: 12/07/2011 16:25 
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Paolo Guglielminetti ha scritto:
pennyblack24 ha scritto:
E infatti, secondo me il problema è il rapporto tra regole scritte e non scritte. Di fatto c'è una prassi (o una "giurisprudenza" orale dei giurati) che vale molto più dei regolamenti, estremamente sintetici e pieni di dichiarazioni a volte astratte. Paradossalmente, come dice Giulio, il maggior dettaglio si ha nel regolamento di filatelia giovanile, dove vengono date numerose indicazioni concrete che invece nei regolamenti "per adulti" si danno forse per scontati e sottintesi (ma così non sono per molti di noi).


Non è certo un paradosso, è normale che ai giovani si diano direttive più circostanziate.

Premesso che, spesso, se si apre un dialogo, che non sempre trova un punto d'incontro, prima di diversi "botta e risposta", è in uso etichettare la parte fragile della catena, come "polemico"
o come provocatore, mentre per quanto io possa pensare c'è qualcosa di peggio, ed è il
non rispondere. Fatta questa premessa mi tocca risponderti cordialmente Paolo:

l'equazione giovane = adulto inesperto....è la stessa cosa. In quanto i medesimi che si
cimentano per la prima volta, sono portatori di curiosità (e ignoranze ) identiche.

E se, sono stato costretto, per capirne di piu' "sulle regole" a consultare e studiare il regolamento delle classi giovanili, per trarne dritte utili, non sarà certo una mia paranoia
e neanche quella di "pennyblack", che saluto cordialmente.

Tra l'altro, c'è da considerare che è possibile presentarsi individualmente (quindi senza
un circolo alle spalle) ed il regolamento giovanile, è molto piu' esaustivo di quello per
adulti, almeno nella parte " di cosa è preferibile inserire o meno ".

Occhio alla mia premessa.

Abbiamo acquistato un nuovo forumista da questa discussione"
Fatti salvi i "silenti" come li chiama Luciano. Rompiamo gli steccati, e precipitiamoci nei
panni dell'altro, siamo filatelisti appasionati: tutti!

La filatelia non è un dogma, ma per il suo bene, dovrebbe essere un cantiere in "work in progress", per sedurre...chi sta alla finestra a guardare ( e sentire).


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MessaggioInviato: 12/07/2011 17:05 
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Salve a tutti.

Desidero ringraziare Paolo Guglielminetti (e Giulio che è pure intervenuto sulla mia) per la chiarezza espositiva e per la tempestività del riscontro. Quello che vogliamo noi "neofiti" è proprio questo, che qualcuno con più esperienza di noi (e chi se non un Commissario della Federazione) ci "traduca" chiaramente delle problematiche dubbie, su cui i regolamenti sono spesso silenti. In altri termini quello che occorrerebbe e che vorrei proporre alla Federazione è una "Guida al Regolamento", una sorta di abbecedario per il cadetto, in cui si affrontano in maniera chiara e colloquiale, con degli esempi, come ha fatto Paolo (posso darti del tu?), i temi spesso sconosciuti a tanti, fino a quando non si va faccia a faccia con la giuria.

Io (forse è meglio precisare che sono un cadetto appena madagliato all'ultima finale con un Vermeil grande e 83 punti) molte cose le ho imparate dialogando con i soci anziani del mio circolo, collezionisti plurimedagliati, girando per mostre quando possibile e parlando con la giuria le due volte che ho esposto (semifinale e finale).

Certo mi rendo conto che anche un forum come questo può aiutare moltissimo, ma se certe "regole" le potessimo trovare "scritte" più o meno ufficialmente da qualche parte, anzichè trasferircele per "tradizione orale" (peraltro solo per chi ha la fortuna di essere a contatto con buoni "maestri" e con eventi espositivi, che non è detto avvenga di frequente), sarebbe meglio.

Inoltre il famoso "colloquio con i giurati" - facoltativo e spesso disertato da ambo le parti - è fra l'espositore e il giurato e quindi - forse anche per privacy chissà - io non posso ascoltarmi le utili indicazioni che la giuria può dare a un altro espositore sulla sua collezione. Alla fine posso capire qualcosa guardando la collezione dell'altro concorrente, vederne il punteggio e cercare di capire dove ha fatto bene e dove male, ma così solo sulla base della mia esperienza.

A proposito di "rarità" e rapporto con la giuria voglio narrarvi la mia esperienza personale.
Ricevo 77 punti e un vermeil in semifinale (in storia postale), la giuria mi dice che la collezione è impostata correttamente e che i punti di miglioramento possono essere l'ampliamento della collezione aggiungendo dei pezzi mancanti (aumentare quindi i 60 fogli) e la rarità dello stesso. Ebbene in finale, dove facendo tesoro dei suggerimenti ricevuti dalla giuria porto la collezione a 84 fogli, aggiungendo alcuni capitoli prima non affrontati e inserendo almeno altri 5 pezzi "rari" (non alla gronchi rosa, ma secondo il criterio dei pochi pezzi oggettivamente esistenti e rarissimamente visti in asta) ottengo 83 punti, ovvero 6 punti in più. Soddisfattissimo, al nuovo colloquio mi viene detto sostanzialmente la stessa cosa per arrivare all'oro (ampliamento con ulteriori rarità). Tornando a casa e confrontando le 2 schede punteggio (semifinale e finale) scopro che i punti in più non sono 6 ma addirittura 7 nelle varie tipologie di punteggio, ma che rispetto alla semifinale mi hanno ridotto 1 punto sulle "rarità" !!!! Ormai a casa, che fai, scrivi alla giuria??? Se invece di togliermelo il punto sulle rarità me lo avessero dato, sarei arrivato all'oro (85 punti). Ma le giurie i punteggi delle semifinali, alla finale non se li guardano??? Io avevo relazionato nella nota di accompagnamento sui nuovi pezzi inseriti e così avevo fatto pure sui fogli da esposizione, evidenziando i nuovi pezzi rari. Eppure è andata così. Sono andato a cercare certosinamente in decine di cataloghi d'asta i pezzi che mi servivano e dopo averli trovati (anche con impiego di mezzi economici, perchè non si trattava dell'annullo da 3 euro, ma di alcuni pezzi rari, in tariffa, regolarmente viaggiati, con bollo di arrivo, ottima qualità, periziati e tutto) mi vedo abbassare la valutazione. Se me ne fossi accorto subito, avrei chiesto chiarimenti alla giuria, ma ormai .... il danno era fatto. Comunque nel frattempo in questi mesi ho continuato le mie ricerche e i miei ritrovamenti, nella speranza che la prossima volta (espositiva) sia quella buona.
Grazie a tutti e a presto.
Giuseppe


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MessaggioInviato: 12/07/2011 21:32 
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pennyblack24 ha scritto:
Certo mi rendo conto che anche un forum come questo può aiutare moltissimo, ma se certe "regole" le potessimo trovare "scritte" più o meno ufficialmente da qualche parte, anzichè trasferircele per "tradizione orale" (peraltro solo per chi ha la fortuna di essere a contatto con buoni "maestri" e con eventi espositivi, che non è detto avvenga di frequente), sarebbe meglio.

Hai ragione ma il lavoro da fare è grande (le classi sono 10, ognuna ha le sue specificità), i regolamenti vengono aggiornati e già solo fare il lavoro di traduzione dall'inglese è un bel malloppo.
Come vedrai comunque su Qui Filatelia faremo man mano degli articoli su questi temi (ne ho appena fatto uno generale sul "come esporre" e a breve ne uscità uno sulla valutazione delle collezioni di Filatelia Tradizionale)

pennyblack24 ha scritto:
A proposito di "rarità" e rapporto con la giuria voglio narrarvi la mia esperienza personale.
Ricevo 77 punti e un vermeil in semifinale (in storia postale), la giuria mi dice che la collezione è impostata correttamente e che i punti di miglioramento possono essere l'ampliamento della collezione aggiungendo dei pezzi mancanti (aumentare quindi i 60 fogli) e la rarità dello stesso. Ebbene in finale, dove facendo tesoro dei suggerimenti ricevuti dalla giuria porto la collezione a 84 fogli, aggiungendo alcuni capitoli prima non affrontati e inserendo almeno altri 5 pezzi "rari" (non alla gronchi rosa, ma secondo il criterio dei pochi pezzi oggettivamente esistenti e rarissimamente visti in asta) ottengo 83 punti, ovvero 6 punti in più. Soddisfattissimo, al nuovo colloquio mi viene detto sostanzialmente la stessa cosa per arrivare all'oro (ampliamento con ulteriori rarità). Tornando a casa e confrontando le 2 schede punteggio (semifinale e finale) scopro che i punti in più non sono 6 ma addirittura 7 nelle varie tipologie di punteggio, ma che rispetto alla semifinale mi hanno ridotto 1 punto sulle "rarità" !!!! Ormai a casa, che fai, scrivi alla giuria??? Se invece di togliermelo il punto sulle rarità me lo avessero dato, sarei arrivato all'oro (85 punti). Ma le giurie i punteggi delle semifinali, alla finale non se li guardano???


Certo che li guardano, però la valutazione - soprattutto delle rarità - non è un meccanismo automatico, per cui se aggiungi 5 pezzi ti devono dare un punto in più.
Questo anche perché nella giuria della finale ci può essere qualche esperto del settore che giudica eccessivo il punteggio della semifinale. La rarità, te lo diranno tutti i giurati, è il punteggio più difficile da dare perché dipende dal livello di conoscenza dell'argomento, solo in parte sopperibile con la consultazione dei testi che può avvenire con le fotocopie.
In finale la giuria è più ampia ed è più probabile che ci sia un buon conoscitore del tuo settore, rispetto alla semifinale dove c'è un solo giurato per classe.

Capisco il tuo disorientamento, però considera che 1-2 punti sono un margine anche legato alla soggettività della valutazione, e che a volte se i giurati sbagliano, lo fanno anche ... in eccesso! Ma mai che un collezionista se ne lamenti ...

PS Ovviamente ci diamo del tu!

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