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 Oggetto del messaggio: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 30/05/2012 15:52 
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Allora, eccomi qui.
Sull'ultimo numero del Notiziario Tematico è stato pubblicato uno dei tanti articoli preparati dal compianto Michele Picardi; gli altri saranno tutti pubblicati nei prossimi numeri.
“Sua Maestà la tariffa” tratta della opportunità di presentare, o meno, in una collezione a concorso buste in eccedenza di tariffa o ancora le cosiddette buste ‘filateliche’.
L’opinione di Michele è molto chiara e, come dice lui stesso, si può condividere, parzialmente condividere o respingere. Io mi auguro che l’argomento trattato apra un ampio dibattito sulle pagine del Notiziario però, al tempo stesso, sono realista e so che i soci CIFT sono restii a prendere carta e penna per rispondere e far conoscere la propria posizione…e forse questa è la maggiore remora! Allora anticipo i tempi e riporto integralmente le 5 pagine dell’articolo prima dell’arrivo della rivista nelle mani dei soci in modo che tutti possano dire la propria in modo rapido e veloce.
Premetto che sono d’accordo fino ad un certo punto con la tesi di Michele e a certe condizioni; ma mi esprimerò chiaramente solo a conclusione del dibattito che cercherò poi di riportare integralmente sulle pagine della rivista.
Buona lettura e buona discussione.
Luciano
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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 30/05/2012 19:19 
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Ricordo che un socio dell'Unione Filatelica Siciliana, anni fa, in una nazionale presentò diverse lettere indirizzate alla stessa persona, e per questo motivo - nonostante avesse ben sviluppato il tema storico postale -, il giudizio finale ne risentì.

Al riguardo, i signori "omissis" (ricordiamolo, commercianti!) hanno invaso di lettere, sicuramente viaggiate si, ma più o meno sfacciatamente PREPARATE per collezionisti che pendevano dalle labbra di questi vati della filatelia o che approvvigionavo intere serie allo stato di usato su busta
anzichè del tradizionale usato sciolto; quindi se qualcuno di questi commercianti-periti affermava che una lettera assurgeva a dignità se questa era ( o,è) viaggiata...da qualche parte deve stare il "trucco".

Un lettera da inserire in una collezione storico postale, o tematica, deve essere bella nature
e non truccata come una lucciola perchè la vistosità o l'innaturalezza tariffaria sono , appunto, un
trucco.

E se per un tematico è di difficile reperimento o impossibile l'uso di valore singolo, meglio non presentare quel pezzo piuttosto che arrampicarsi sugli specchi.

Sua Maestà la tariffa, è un monarca destinato a resistere nel cuore e nell'intelligenza collezionistica o espositrice, del filatelico più severo...con se stesso.


Ultima modifica di Giulio Gallo Gallo il 03/06/2012 18:03, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 30/05/2012 22:32 
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Giulio Gallo Gallo ha scritto:
E se per un tematico è di difficile reperimento o impossibile l'uso di valore singolo, meglio non presentare quel pezzo piuttosto che arrampicarsi sugli specchi.

Sua Maestà la tariffa, è un monarca destinato a resistere nel cuore e nell'intelligenza collezionistica o espositrice, del filatelico più severo...con se stesso.


Questa volta sono del tutto daccordo con Giulio.
La posta si articola in diversi servizi ai quali corrispondono delle tariffe. Le diverse modalità per rendere "franche" le corrispondenze (francobolli, affrancature meccaniche, interi postali) esistono in primo luogo ... per assicurare la copertura di tale tariffe.
Un francobollo singolo o multiplo col soggetto ricercato mostra tale francobollo nello stato di "piena e genuina realizzazione" della sua funzione. Trovarlo così è una delle cose belle della nostra ricerca, così come lo è trovare una bella prova o un raro annullo.

Questo non vuol dire mettere fuori gioco qualunque pezzo fuori tariffa. Lievi eccedenze possono essere del tutto genuine e connesse alla indisponibilità presso il mittente di francobolli atti a comporre la tariffa precisa, o anche ad "ignoranza" (specie nei periodi di frequenti cambi tariffari) che inducono l'utente a sovra-affrancare per non "rischiare". Non penso che questi casi siano da penalizzare, specie se nella descrizione il collezionista mostra di avere correttamente interpretato il pezzo.
Inoltre non sempre è facile ricostruire la tariffa anche in caso di possesso di molta bibliografia. A volte il mittente ha scritto "air mail" ma affrancato per tariffa ordinaria ... e la lettera ha viaggiato per superficie senza che l'impiegato cancellasse l'indicazione della via aerea. Non sempre si riesce a capire quanti sono i porti ecc. ecc.

Quindi è importante essere aperti a non "cassare" dei pezzi per partito preso, anche il giurato deve studiarli bene ...

Però il collezionista spesso - diciamo la verità - butta dentro un pezzo completamente fuori tariffa perché è ciò che gli è stato proposto dal commerciante o ha già in collezione, e non ha voglia di cercare altro, o pensa che in tematica l'aspetto postale non conti, o queste tre cose assieme. E' davvero raro che ciò sia l'unica opzione (ed in questo caso la didascalia dovrebbe spiegare perché). Quindi, a mio, avviso una ripetuta esibizione di pezzi del genere nella collezione non potrà ambire al massimo dei punti nelle "Conoscenze filateliche".
Le collezioni non si valutano col semaforo rosso o verde, ma con voci di punteggio che hanno un'ampia gamma di punti, che consente di premiare chi ricerca di più sugli aspetti postali, ed incoraggiare senza "bocciare" chi - magari in una prima esposizione - si "accontenta" di mostrare qualche francobollo su lettera senza studiarla più di tanto.

Quanto sopra ha poco a che vedere (e su questo concordo con l'articolo che ci ha lasciato Michele Picardi) con l'indirizzo del mittente o del destinatario. Commercianti e collezionisti spedivano e ricevevano anche corrispondenza commerciale. Ma anche quando si scrivevano tra loro, erano utenti del servizio postale come gli altri. Esistono annulli delle colonie, primi voli ecc. che senza l'attivismo dei nostri predecessori non sarebbero arrivati sino a noi. Alcuni di loro sono noti perché illustri o perché hanno generato molta corrispondenza cosiddetta "provocata", altri non li riusciremmo neanche ad individuare.
Ritengo quindi non corretto bocciare un pezzo viaggiato ed in tariffa in virtù del mittente o del destinatario.

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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 31/05/2012 0:46 
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sono in accordo con Giulio,
trovo le "composizioni" filatelica artefatte e create ad hoc per colmare "un buco" in collezione meno piacevoli (anche se belle) rispetto
ad una busta "naturale" diciamo così...

sono però daccordo con Paolo quando commenta così:

Cita:
Ma anche quando si scrivevano tra loro, erano utenti del servizio postale come gli altri. Esistono annulli delle colonie, primi voli ecc. che senza l'attivismo dei nostri predecessori non sarebbero arrivati sino a noi. Alcuni di loro sono noti perché illustri o perché hanno generato molta corrispondenza cosiddetta "provocata", altri non li riusciremmo neanche ad individuare.

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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 31/05/2012 17:44 
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Non ho mai acquistato un solo ducumento postale che recasse come mittente o destinatario, un noto studio filatelico o di uno di "questi" commercianti. E d'altronde se in una stessa collezione, presentata da due espositori diversi, lo stesso passaggio storico postale e/o tematico, fosse documentato dal primo anche con un solo pezzo creato ad hoc e dal secondo con un pezzo genuino, o meglio non documentato (non rappresentato)...io da giurato darei sempre un punto in più al secondo.

Senza se e senza ma.

Questi signori hanno alimentato un mercato di buste, interi, ecc...che, anche se viaggiati in tariffa, emanano lo stesso odore del gronchi rosa.


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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 31/05/2012 18:36 
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"Io non acquisterei mai un solo documento postale che recasse come mittente o destinatario un israeliano, un arabo,
un tedesco, un russo, un americano, ecc., ecc."
Ma abbiamo voglia di scherzare?
Confermo, inoltre, che sono stato e sono d'accordo con quanto affermava Michele, senza se e senza ma.
Giorgio :ciao: :ciao:


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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 31/05/2012 21:56 
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Questa lettera, una delle poche sopravvisute ad una grave disastro ferroviario, è indirizzata a ... un Diena!
Il quale per fortuna la conservò!


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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 31/05/2012 22:00 
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Località: Roma
Il pianoforte è costituito da una sequenza di tasti. Questi tasti sono bianchi e neri, non grigi. In realtà, la maggior parte delle cose, e delle idee, o delle considerazioni, hanno (o devono avere) (o dovrebbero avere) milioni o miliardi di tasti grigi.
Ed è su questo livello di dibattito che vi invito, come moderatore di questo Forum, al di là dei contenuti. Contenuti sui quali vorrei anche io dire la mia, ma proprio stasera non ce la faccio perchè devo chiudere un lavoretto. Intanto, però, mi premeva inviarvi questo messaggio e invitarvi a più "se" e a più "ma".
Un abbraccio, Marco.
;) :ciao: :ciao: :ciao:

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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 01/06/2012 17:01 
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Iscritto il: 02/03/2008 19:32
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Hola
Io sono un tematico della seconda generazione, 1970 d'ora in poi.
Come tale collezionista tematico, per me la cosa principale è il motivo del pezzo: francobolli, cancelazioni , interi postali, etc.
Ma io ho scoperto solo la "importanza tematica" della tariffa in 2006. E ha significato una maggiore profundizacione nello studio filatelico della mia collezione

I miei criteri di selezione sono
1º. - i pezzi viaggiati: lettere, interi, cancellazioni. (Molto molto molto importante)
2.º - lettere "non filatelica" che rispondono ad una necessità reale di comunicazione, (molto importante)
3.º - lettere in tariffa (importante)

Se una lettera è viaggiata, è buona per la mia collezione. Se è viaggiata e non è filatelica, è migliore. Se è viaggiata, non è filatelica e sta in tariffa, è migliore per la mia collezione.

In senso contrario, Se non è viaggiata, non è buona, benché “stia in tariffa” :D :D
Se è viaggiata e è filatelico, è ammissibile. La direzione è di un commerciante o collezionista conosciuto? Per me, non ha importanza. :roll: :roll:
La lettera dell'Italia di 1968 è un pezzo redento di un armadio di un gruppo filatelico locale. È viaggiata? Se. È "filatelico?" No. C'è una necessità reale di comiunicazione. È preparata? Se. Aveva potuto affrancare con un francobollo di 250 lire. Inoltre è Primo Giorno di Emissione(Uffff…) :cry: :cry: Se Sta in tariffa? Non lo so. È bella? Si
È sufficientemente buona per ammetterla nella nostra collezione? Senza dubbio, se. Non è facile trovare lettere realmente viaggiate.

:ciao: :ciao: :ciao:


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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 01/06/2012 18:11 
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Iscritto il: 10/05/2008 21:23
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vero Tanis,
il problema però non è nostro... la nostra "patata bollente" passa al giudice.
nella valutazione, nel punteggio, possono esserci cattive conseguenze.
se è un pezzo che ci piace e vogliamo rischiare mettiamolo pure.
Ma il "giudice" "giudicherà" secondo il suo "giudizio". (spero che tu comprenda questa frase)


ps: sto cercando storia postale di Galapagar (Madrid) hai qualche pezzo da cedere?

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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 01/06/2012 23:29 
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Iscritto il: 15/12/2010 12:03
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Faccio una premessa: detesto i processi alle intenzioni e la dietrologia. Se ho una busta viaggiata, non mi chiedo per chi, da chi, perché, se c'erano secondi, terzi o quarti fini. Se il regolamento l'ammette, mi piace e sta bene nel mio discorso tematico, allora mi aspetto di poterla usare.
Ciò detto, mi piace molto il punto di vista di Tanis :beer: . Anch'io preferisco usare il materiale più genuino possibile, ovvero viaggiato senza ombra di dubbio, in tariffa esatta e se possibile documentabile. In questo modo so che ogni pezzo mostrato ha assolto il suo compito postale; se ho una busta con dieci francobolli dei quali uno solo basta per l'affrancatura, il valore aggiunto degli altri nove qual è puramente decorativo.

Una collezione, come ci ricorda Marco, è frutto di molti "se" e altrettanti "ma" che violano le norme della più elementare coerenza (mi risulta che i francobolli nuovi non siano viaggiati, ma ne ho visti anche a concorso :D ) a favore di una migliore qualità complessiva della collezione. Visto che siamo tematici, allora, perché non concederci una maggior libertà di scelta dei pezzi viaggiati, rispetto ad altre specialità, se ciò rende più incisivi i nostri lavori?
Una buona didascalia con la descrizione delle discrepanze tariffarie può essere sufficiente, credo. A volte, come nel caso egiziano che ho mostrato in altro thread, l'affrancatura fuori tariffa è la regola, per motivi che è bello scoprire e illustrare di volta in volta. Anche questi aspetti rendono viva e interessante la filatelia, molto più dei problemi sul perché e il percome.

Tutto ciò per la partecipazione a un concorso, naturalmente. Per scopi meno ufficiali, ho buste filatelicissime che non scambierei con nulla in tariffa :))

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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 03/06/2012 11:43 
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In merito a quanto letto nell'articolo di Michele e nei messaggi precedenti, sinceramente, non ci trovo nulla di scandaloso nel vedere in collezioni da expo lettere affrancate fuori tariffa, e allo stesso modo lettere indirizzate o spedite da noti collezionisti (come ricorda giustamente Paolo se non fosse stato per Diena la missiva di San Pietro a Maida ce la scordavamo...). "Eticamente", mi imporrei due regoline, però:
1) cercherei, se possibile e per quanto possibile, di sostituire la missiva "filatelica" con una "non filatelica"
2) cercherei, se possibile e per quanto possibile, di descrivere la tariffa in didascalia.
Vengo e mi spiego.

Anzitutto, sottolinerei il fatto che le due "regoline" sono più per me collezionista che per me giurato. Intendo dire che da giurato non penalizzerei in alcun modo il collezionista che non rispetta le due regoline sopra indicate? Perchè? Semplicemente perchè non c'è scritto da nessuna parte e in nessun regolamento che così deve essere. Quindi...

In merito alla prima regolina, occorre sottolineare il fatto che a volte la sostituzione non è proprio possibile. Michele, nel suo articolo, ha mostrato un paio di casi del genere. E lì è pacifico. Ma lo stesso Michele dice (ed è proprio questa la chiave di volta dell'articolo di Michele) che a sancire la regolarità di una missiva è la dimostrazione che ha viaggiato, e quindi poco importa la tariffa in più o in meno, o ancor più il mittente o il destinatario. Benissimo, giusto, d'accordo. Ma allora se così fosse tutte le buste con annulli di favore, che non hanno assolutamente viaggiato, dovrebbero essere bandite dalle collezioni da expo? Questa motivazione dell'aver viaggiato o meno, secondo me, è quindi un modo per giustificare l'inserimento di queste buste in collezione. Ed ecco, quindi, perchè, a mio modo di vedere, andrebbero sostituite con buste "non provocate". Sottolineo e ribadisco: se è possibile. Se non è possibile, pace, da giurato di certo non mi scandalizzo.

Seconda regolina. Posto quanto detto alla prima regolina, mi attendo che il collezionista chiami quella busta con nome e cognome. D'altronde, esistono due parametri di valutazione, "Conoscenze filateliche" e "Conoscenze tematiche", sulle cui valutazioni pesa (tra le altre cose) quanto il collezionista conosca, dal punto di vista filatelico e/o storico-postale, i pezzi che inserisce in collezione. Il collezionista, in altre parole, mi deve in qualche modo dimostrare che ha inserito quel pezzo lì anzichè quell'altro pezzo là perchè il primo pezzo è più importante, o più rilevante, del secondo. Quindi, se si usa una busta non in tariffa mi attendo che il collezionista me lo scriva in didascalia (che male c'è? Perchè nasconderlo?) e, se è possibile, mi dica qualcosa in più proprio sulla tariffa stessa. Questo non significa che mi attendo un trattato storico-postale su quella missiva: più semplicemente mi attendo che il collezionista chiami con nome e cognome quel pezzo, allo stesso modo del chiamare i generici "Interi Postali" come "Cartolina postale" o "Aerogramma". Ripeto e ribadisco anche stavolta: se è possibile. Se abbiamo una raccomandata via aerea dal Madagascar alla Nuova Zelanda... beh... non si può mica pretendere che si riesca a ricostruire quella tariffa lì... anche perchè, detto francamente, ma a che serve... però per le lettere di area italiana, dove sono disponibili volumi e volumi con tariffe dettagliate, beh, almeno lì il collezionista lo sforzetto potrebbe farlo.
Ma, e chiudo, torno a dire: non c'è alcun obbligo.. diciamo che sono più contento se il collezionista mi fa vedere che conosce il pezzo e non l'ha buttato lì a casaccio. Tutto qui.

:ciao: :ciao: :ciao:

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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 03/06/2012 15:24 
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Provo ad inserirmi con qualche riflessione sulle considerazioni del compianto Michele.

Non posso che concordare con molte delle affermazioni precedentemente postate.

Pertanto:

* se la lettera è indirizzata ad un noto commerciante o collezionista, nulla ci vieta di inserirla in collezione. Personalmente, ma è una mia sensibilità, cercherei di sostituirla. E’ la stessa ragione per cui, anche avendone la possibilità, non mi autospedisco nulla da mostra filateliche o da postazioni postali: non mi danno alcuna emozione!

* ritengo che una busta in tariffa sia una “primus inter pares” rispetto a quella fuori tariffa e come tale possa essere premiata dal giurato se adeguatamente descritta;

* è pur vero che Michele, nella maggior parte dei casi, evidenzia buste con serie complete. Ben difficilmente riusciremo a collocarle in un discorso tematico, vista l’eterogeneità dei pezzi. Se la busta, invece, presenta francobolli omogenei, sempre personalmente, dico grazie ha chi ci ha permesso di godere del pezzo.

Naturalmente, tutte le considerazioni in questione hanno un senso se partecipiamo ad una esposizione a concorso; altrimenti, solo noi collezionisti siamo i giudici dei nostri pezzi.



:ciao:


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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 09/07/2012 14:22 
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Caro Luciano,

sono in attesa di leggere il tuo parere.

:ciao:

giulio


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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 09/07/2012 16:32 
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Ero certo che qualcuno me lo avrebbe ricordato...
E' un periodaccio ma prometto di scrivere qualcosa prima di andare in vacanza, quindi prima del 21.
A presto.
Luciano


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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 18/07/2012 9:22 
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Eccomi a dire la mia ma… non vi aspettate chissà quali grandi illuminazioni!

Naturalmente ho letto le note degli amici che hanno contribuito alla discussione, non molti ma molto qualificati, e sono convinto che tutte abbiano un serio fondamento o, in certi casi, un profondo convincimento e che quindi siano tutte degne della massima attenzione e considerazione.
Per questo motivo preferisco raccontare come mi comporto io, come collezionista, più che addentrarmi nel campo dei regolamenti, un po’ come hanno fatto Estanislao e Paolo Morandotti.

Ma una premessa me la dovete lasciar fare.

Come collezionista ‘attivo’ nasco come tematico e solo dopo un po’ di tempo e di frequentazioni di mostre in giro per l’Italia ho cominciato ad apprezzare l’aspetto postale dei documenti che raccoglievo e a fare mio un concetto che già ‘girava’ nell’ambiente : “I collezionisti tematici devono diventare un po’ più cultori di Storia Postale ed i collezionisti di Storia Postale devono diventare un po’ più tematici”. Ho propagandato questo ‘appello’ ogni volta che ne capitava l’occasione, interpretandolo nel senso che i tematici dovevano avvicinarsi allo studio dei documenti postali che inserivano nelle loro collezioni per andare al di là della semplice apparenza - data dal bozzetto o dalle scritte - del singolo pezzo usato, mentre gli Storico-Postali dovevano imparare a strutturare le loro collezioni in un modo un po’ più vivo, meno standardizzato e monotono, insomma un po’ più tematico.
Non credo che i collezionisti di Storia Postale abbiano accolto questo invito per la parte che li riguardava ma è certo che i Tematici, per la loro parte, l’hanno accolto e come…
Infatti basterebbe confrontare le annotazioni postali e filateliche presenti nelle collezioni tematiche di oggi con quelle (pochissime) che c’erano sulle collezioni di una quindicina di anni fa.
Ovviamente questa ‘crescita’ dei Tematici è essenzialmente frutto dell’opera costante dei tanti personaggi importanti della Filatelia italiana, tematica e non, e del grande lavoro dei giurati tematici di ultima generazione.
Quindi ben vengano le annotazioni postali in calce ad alcuni documenti esposti - non tutti, per carità, altrimenti si corre i rischio di scadere nel ridicolo - e ben venga la ricerca e l’uso di documenti con una evidentemente necessaria valenza tematica unita ad un altrettanto importante ‘peso’ postale.

Allora, ecco come la penso io, da collezionista tematico.

Documenti postali

Spesso, quando lo spazio lo permette, preferisco usare una busta viaggiata con annullo ordinario sul francobollo isolato in tema piuttosto che il semplice francobollino nuovo; innanzitutto è più difficile da trovare rispetto al singolo nuovo e poi ha tutto un altro fascino.
Anche io preferirei che il documento viaggiato sia annullato con un annullo speciale ma non sempre ciò è possibile e poi… su questo argomento specifico (già sollevato da Valeriano in passato sul Notiziario Tematico ed accennato da Marco nei suoi commenti) ci sarebbero tante altre considerazioni da fare, ma le lasciamo ad un altro momento…

Sulla conoscenza delle tariffe penso che delle annotazioni siano necessarie solo quando l’affrancatura è fuori dell’ordinario o quando esistono segni di posta che indicano particolari vie di inoltro della corrispondenza e non quando la lettera è ‘autoesplicativa’. Infatti credo sia assolutamente inutile scrivere ‘tariffa per l’interno’ vicino ad un intero postale senza alcun altro francobollo aggiuntivo o come commento ad una busta da Roma a Milano affrancata con 60 centesimi di euro. Oltretutto sono anche convinto che, almeno fino agli anni ’60, il 95% della corrispondenza era ‘genuina’ e quindi in tariffa e quindi non bisognevole di alcuna spiegazione; in quegli anni nessuno si sarebbe sognato di aggiungere dei francobolli inutili per motivi filatelici (anche se le eccezioni esistevano già allora) ma solo per cause eccezionali (mancanza di tagli giusti, errori nel calcolo della tariffa et similia).

Sui ‘bustoni’ con lunghe serie complete, viaggiate o meno, è evidente come siano di origine filatelica ed il collezionista tematico li rifugge perché tutti gli altri valori ‘disturbano’ il messaggio dell’unico francobollo in tema. Però… tutto dipende anche dal tipo di collezione.
In una collezione tematica dal titolo “Le regioni d’Italia” un bustone con la serie completa Italia al Lavoro annullata e viaggiata io la metterai senz’altro anche se in evidente eccesso di tariffa; farei comunque una nota per spiegare di “essere a conoscenza” che quella tariffa è in eccesso.
Una bella busta così non la utilizzerai mai se la raccolta tematica fosse solo sulla “La Liguria” o su altra singola regione e poi solo per mostrare che posseggo un pezzo costoso…

Lettere ‘filateliche’

Oggi riteniamo tali quelle lettere che presentano affrancature multiple con o senza annulli speciali, spesso inoltrate come raccomandate; l’aggravante, poi, è data dall’ indirizzo…
Allora la domanda è molto semplice e mi riferisco alla corrispondenza moderna: una lettera, in tariffa, spedita da una ditta commerciale con 3 francobolli di uguale tema è sicuramente considerata ‘genuina’; la stessa busta con la stessa affrancatura inviata da me ad una persona qualsiasi comincia a ‘puzzare’, se inviata a Marco Occhipinti, peggio, è da mettere al rogo...
Ancora. Devo inviare un assegno al mio amico Valeriano Genovese, noto appassionato di Golf. Spedisco l’assegno con una raccomandata affrancata con un multiplo del valore del 2003 da 77 centesimi più complemento per la tariffa esatta. Leggendo l’indirizzo, e guardando il mittente, la busta viene etichettata come ‘filatelica’ con relativa smorfia della bocca.
Se invece Antonio deve spedire un assegno ad Alberto e lo fa con una busta simile, affrancata nello stesso modo, allora essa è ritenuta ‘genuina’. Ma che senso ha? (Facendo salva la ‘sensibilità espositiva’ di Maurizio Amato che è presente in molti altri collezionisti…).

Per concludere (questo intervento già è molto lungo per un forum…) penso che la continua ricerca che i collezionisti tematici fanno di materiale con evidente valenza postale, l’affinamento dei loro gusti, l’aumento delle loro conoscenze postali e filateliche sono tutti elementi di garanzia per una loro sicura ‘crescita’. Ed i risultati si continueranno a vedere, ne sono certo.
Luciano

PS = A presto per nuove ‘considerazioni’ su altri argomenti…


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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 18/07/2012 20:17 
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Luciano Calenda ha scritto:
...se inviata a Marco Occhipinti, peggio, è da mettere al rogo...
Naturalmente, la lettera, non il destinatario...
:)) :)) :)) :beer: :ciao: :ciao: :ciao:

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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 20/07/2012 17:14 
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[quote="Luciano Calenda"]Allora la domanda è molto semplice e mi riferisco alla corrispondenza moderna: una lettera, in tariffa, spedita da una ditta commerciale con 3 francobolli di uguale tema è sicuramente considerata ‘genuina’; la stessa busta con la stessa affrancatura inviata da me ad una persona qualsiasi comincia a ‘puzzare’, se inviata a Marco Occhipinti, peggio, è da mettere al rogo...
Ancora. Devo inviare un assegno al mio amico Valeriano Genovese, noto appassionato di Golf. Spedisco l’assegno con una raccomandata affrancata con un multiplo del valore del 2003 da 77 centesimi più complemento per la tariffa esatta. Leggendo l’indirizzo, e guardando il mittente, la busta viene etichettata come ‘filatelica’ con relativa smorfia della bocca.
Se invece Antonio deve spedire un assegno ad Alberto e lo fa con una busta simile, affrancata nello stesso modo, allora essa è ritenuta ‘genuina’. Ma che senso ha? (Facendo salva la ‘sensibilità espositiva’ di Maurizio Amato che è presente in molti altri collezionisti…).

/quote]

Magari, esponendo ad una mostra locale in Thailandia o in Brasile, i giurati locali non conoscono (per ora) le velleita’ collezionistiche di Valeriano o di Marco e quindi il problema non si porrebbe…... :))

Ritengo che in generale possa valere la semplice regoletta del “in medio stat virtus”: se in una collezione da 120 fogli inserisco qualche documento cosiddetto discutibile per tariffa o destinatario, al di là delle varie sensibilità, penso che pochi giurati avranno da ridire.

O no? :|


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 Oggetto del messaggio: Re: Sua Maestà la tariffa
MessaggioInviato: 23/07/2012 23:25 
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Iscritto il: 17/12/2007 22:16
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Luciano Calenda ha scritto:
Sulla conoscenza delle tariffe penso che delle annotazioni siano necessarie solo quando l’affrancatura è fuori dell’ordinario o quando esistono segni di posta che indicano particolari vie di inoltro della corrispondenza e non quando la lettera è ‘autoesplicativa’. Infatti credo sia assolutamente inutile scrivere ‘tariffa per l’interno’ vicino ad un intero postale senza alcun altro francobollo aggiuntivo o come commento ad una busta da Roma a Milano affrancata con 60 centesimi di euro. Oltretutto sono anche convinto che, almeno fino agli anni ’60, il 95% della corrispondenza era ‘genuina’ e quindi in tariffa e quindi non bisognevole di alcuna spiegazione; in quegli anni nessuno si sarebbe sognato di aggiungere dei francobolli inutili per motivi filatelici (anche se le eccezioni esistevano già allora) ma solo per cause eccezionali (mancanza di tagli giusti, errori nel calcolo della tariffa et similia).

Sui ‘bustoni’ con lunghe serie complete, viaggiate o meno, è evidente come siano di origine filatelica ed il collezionista tematico li rifugge perché tutti gli altri valori ‘disturbano’ il messaggio dell’unico francobollo in tema. Però… tutto dipende anche dal tipo di collezione.
In una collezione tematica dal titolo “Le regioni d’Italia” un bustone con la serie completa Italia al Lavoro annullata e viaggiata io la metterai senz’altro anche se in evidente eccesso di tariffa; farei comunque una nota per spiegare di “essere a conoscenza” che quella tariffa è in eccesso.


Premettendo che sono largamente daccordo con quanto scritto da Luciano, vorrei con l'occasione precisare un punto.
Le note esplicative sulla tariffa nei pezzi con affrancature particolari (ad esempio con servizi aggiuntivi quali raccomandazione, via aerea ecc.) non hanno solo lo scopo di mostrare che il pezzo è o non è filatelico. Esistono del resto affrancature non in tariffa anche su corrispondenza c.d. "commerciale", per ignoranza delle tariffe (spesso assai complesso) e per disponibilità sottomano solo di valori che non compongono l'affrancatura esatta.
La motivazione è quella di consentire una completa lettura postale del pezzo, spiegando a chi guarda (e non solo al giurato) perché su quella data busta fu utilizzata proprio quella combinazione di valori o quel multiplo, al fine di completare il pagamento del trasporto postale inclusi tutti i servizi richiesti. Si tratta insomma di mostrare quelle famose "conoscenze filateliche" così come avviene mutatis mutandis per altri pezzi quali prove, interi illustrati al verso, bolli di franchigia.

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Tematiche: Ferrovie (specialmente Africa e in generale <1960), Trasporti urbani, Funivie
Storia postale: Posta ferroviaria e tramviaria, Perfin, Marcofilia del regno d'Italia


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