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MessaggioInviato: 08/10/2017 11:32 
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Iscritto il: 05/12/2011 15:53
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:ciao: a tutti

come dichiarato in altro post

http://www.cift.it/forum/viewtopic.php?f=19&t=3003&p=26497#p26497

mi piacerebbe aprire una discussione che, anche se prende spunto da questa ultima
ITALIAFIL, sicuramente ha come tema:" Dove vuole Poste Italiane portare la Filatelia? "

Sempre se voglia portarla da qualche parte ovviamente e sempre se secondo voi sia giusto,
come io penso fermamente, che debba essere Poste uno dei primi traghettatori!

Perchè spendere, come sicuramente ha fatto, un bel pò di soldi per una manifestazione
che dovrebbe soprattutto servire a pubblicizzare la Filatelia e far avvicinare nuovo pubblico
e chissà forse far nascere nuovi collezionisti, e poi vedere i corridoi vuoti, i commercianti annoiati
che per di più hanno preso il sabato una fuga generale dopo le 16.30 senza aspettare la stabilita chiusura,
probabilmente con l'avvallo dello stesso Ente, che non vedeva anch'esso l'ora di lasciare,
fa male a tutti noi che amiamo questo hobby.

Eppure la location era sì forse un pò defilata, ma bastava come abbiamo potuto notare tutti,
ritornare indietro di 100 metri per vedere un piazzale affollato di turisti e genovesi,
che con una miglior organizzazione potevano in parte essere veicolati verso la mostra.

Qualche amico genovese mi faceva notare che comunque era una situazione filatelica genovese
in gran débâcle e che alla fine l'unica grande piazza è Milano e quindi Milanofil.

Io non sono d'accordo perchè e proprio dove la Filatelia è in calo che Poste deve essere presente.

Spero che l'Ente possa fare una serie riflessione su come si è svolta e conclusa questa manifestazione
e prendere provvedimenti, che potrebbero anche far nascere, con un budget simile, tante piccole
manifestazioni un pò ovunque per l'Italia e scusate anche qui al sud dove: "Se Atene piange, Sparta non ride".

Quali sono le vostre considerazioni?

:ciao:

sergio

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Sergio De Benedictis


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MessaggioInviato: 08/10/2017 23:34 
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Iscritto il: 17/12/2007 22:16
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Tema complesso Sergio
A Genova tra due settimane c'è un convegno con 130 operatori, che mi dicono di norma affollato. Perché non accade lo stesso ad Italiafil, nonostante i manifesti in tanti punti della città ?
È giusto dibatterne ... certo è che la filatelia - per essere presa sul serio - ha bisogno di pensare se stessa come un passatempo capace di essere ospitato in sedi prestigiose, con allestimenti di qualità e collezioni di valore. Non sono sicuro sua giusto sostituire tutto questo (già non abbiamo più Romafil) con qualche mostra locale un po' rafforzata
Altro tema collegato: le nostre Poste sono le ultime o quasi del pianeta a sponsorizzare ancora questo tipo di eventi... dobbiamo evitare penso che anche loro rinuncino

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MessaggioInviato: 11/10/2017 20:36 
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Iscritto il: 19/01/2008 0:19
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:ciao: Sergio,
purtroppo il discorso non è capitato quando ci siamo trovati di persona, ma in effetti qualcuno si era accorto che non entrava molta gente ed ha mandato dei ragazzi animatori dall'interno della mostra sul piazzale dove passava tanta gente nel cuore del porto antico.
Ti posso assicurare che questi ragazzi con cui ho scattato una foto e un'altra ne ho scattato la mattina quando non passeggiava tanta gente, attiravano l'attenzione di un capannello di gente fino alla sera alle 17 e sono stati distribuiti tanti volantini ...... purtroppo la verità è che la filatelia interessa sempre meno persone e le iniziative come le nostre collezioni collettive per attirare i "profani" danno una mano, ma purtroppo non sono sufficienti.
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:ciao: :ciao:

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MessaggioInviato: 11/10/2017 20:52 
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Località: Bari - Italy
:ciao: Salvatore,
mi avevi in effetti parlato di questi ragazzi-francobollo sguinzagliati per attirare gente.

Ma se la mostra fosse stata localizzata a ridosso del piazzale poteva certamente
attirare qualche visitatore in più, non foss'altro perchè ci sbatteva contro! :D

Poi certo la filatelia "tira" poco, me ne accorgo perfettamente qui a Bari dove
cerco di infilarmi con le mie collezioni in eventi locali ma la partecipazione è scarsa.

Credo che proprio noi tematici potremmo avere un maggior appeal rispetto
ad una collezione di storia postale o tradizionale.

:ciao:

sergio

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Sergio De Benedictis


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MessaggioInviato: 12/10/2017 23:10 
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Paolo Guglielminetti ha scritto:
Altro tema collegato: le nostre Poste sono le ultime o quasi del pianeta a sponsorizzare ancora questo tipo di eventi...
Mi metto nei panni di un consigliere d'amministrazione di Poste Italiane e mi chiedo:
- perché devo incentivare la filatelia? Se mi rispondete "perché così vendi più francobolli ai collezionisti" direi che non è assolutamente un incentivo per Poste: i francobolli sono carte valori, Poste li prende in carico al valore nominale e a tale valore li vende, quindi il guadagno è ZERO, mentre ci sono le spese di distribuzione del prodotto, del personale, etc. L'eventuale guadagno per Poste può venire dalla vendita di prodotti ad alto valore aggiunto che talvolta contengono francobolli: tessere, folder, il libro annuale e altri ammennicoli del genere (dopo i francobolli, le altre sette voci di questa lista sul sito di PI http://e-filatelia.poste.it/showCatalog ... 61&lingua=): in ogni caso un mercato striminzito e polverizzato sul territorio, quindi con alti costi logistici che deprimono l'utile. E aggiungo che non solo sui francobolli non c'è guadagno per Poste, ma Poste non può nemmeno decidere quali francobolli realizzare, a che prezzo venderli e che aspetto devono avere, perché tutto questo non è di sua competenza ma del Ministero dello Sviluppo Economico: insomma, per Poste vendere francobolli è l'antitesi del marketing.
- se anche guadagnassi abbastanza dalle vendite ai filatelisti, perché dovrei finanziare le mostre a concorso? Richiedono grandi spazi, quindi sono costose, le collezioni praticamente non contengono nessuno dei francobolli che vendo, senza guadagnarci, e assolutamente nessuno dei gadgets su cui guadagno qualcosa, quindi per Poste sono una perdita secca che viene giustificata come spesa pubblicitaria, cosa che però un auditor prima o poi troverà molto criticabile perché il ritorno commerciale della spesa fatta è assai prossimo a zero. Se i filatelisti vogliono esporre, liberissimi di farlo, ma a loro spese (e come dice Paolo ormai è così praticamente in tutto il mondo).
Quindi siamo sicuri che il flop sia di Poste Italiane? Non sarà invece ora che tiriamo fuori la testa dalla sabbia e cominciamo a fare qualche seria riflessione sulla filatelia e, soprattutto, sul suo futuro?
Michele


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MessaggioInviato: 13/10/2017 5:44 
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Le osservazioni ed i commenti di Michele sono giusti al 100% ed estremamente lucidi su quanto succederà; alcune avvisaglie di tale orientamento si stanno già 'percependo' con l'ultimo avvicendamento al vertice di Filatelia...
Circa l'enorme spesa, improduttiva per Poste, dei 'megaeventi' c'è solo da dire che come CIFT ci siamo inventati già qualche anno fa una formula che riesce ad abbattere drasticamente le spese e che abbiamo già sperimentato in diverse occasioni espositive, grandi e piccole: è quella "UNO più...", misto di esposizione reale e virtuale. E' sicuramente da affinare e perfezionare ma sembra l'unica alternativa concreta che sia stata finora proposta; purtroppo non pare abbia interessato più di tanto gli operatori filatelici coinvolti nelle organizzazioni di mostre ed eventi filatelici, almeno al momento...
Luciano


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MessaggioInviato: 13/10/2017 21:13 
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Località: Alghero-Sassari
:ciao: :ciao:
Alle osservazioni fatte da Michele e Luciano vorrei aggiungere quello che è una riflessione dettata dalle mie esperienze personali.

Secondo me Poste Italiane continua a guadagnare dalla filatelia, perché oltre ai prodotti a valore aggiunto citati da Michele continua a vendere in tutta Italia servizi postali temporanei che sono diminuiti, ma a giudicare dal numero dei comunicati sono comunque tanti e un buon ritorno economico lo portano, dato che oltre al costo dell’annullo quasi sempre vengono vendute le cartoline celebrative dell’evento (a carico del committente e quindi per Poste è un guadagno sicuro) e in alcuni casi anche folder che vengono acquistati dal committente con un minimo di esemplari garantito per Poste.

Quindi penso che Poste dovrebbe avere tutto l’interesse a mantenere alto il numero dei collezionisti, per avere più possibilità di guadagni da tutti i prodotti collaterali ai francobolli.

Il problema è che nel frattempo Poste Italiane ha trasformato la sua funzione istituzionale vendendo anche prodotti assicurativi e altri prodotti che esulano l’originaria funzione postale, ma sono sicuramente più redditizi rispetto ai guadagni garantiti dalla filatelia.
Ciò nell’ottica attuale in cui l’obbiettivo primario di un’azienda (anche se viene più o meno addolcito) è di garantire i maggiori utili agli azionisti (o stakeholders come va oggi di moda) può creare un progressivo disinteresse dei vertici aziendali verso la filatelia.

Un segnale può essere dato dal fatto che si stanno privilegiando i grossi centri (e quindi i maggiori volumi di vendita) con l’apertura degli “Spazi filatelia” penalizzando quelli più piccoli, con un cambio di rotta rispetto a quanto concordato appena due anni fa per l’apertura di circa 500 sportelli filatelici in tutta Italia. Ad esempio a Sassari è stato chiuso lo sportello filatelico ed integrato come sportello abilitato a tutte le operazioni, e penso stia succedendo così in tanti altri centri medio-piccoli che non hanno i numeri richiesti da Poste, le emissioni arrivano in ritardo e così sicuramente non si incoraggia chi ha ancora questa passione. E’ vero che c’è la vendita on line, ma tante volte il contatto umano è diverso da quello che si ha con un freddo Pc e in molti casi fidelizza di più il cliente.

Altro segnale di questo cambio di rotta è la chiusura del gruppo su Facebook “nuova, bella semplice filatelia” in cui veniva dato risalto ad ogni manifestazione locale di annulli temporanei che altrimenti non si sarebbe potuta dare, e soprattutto con un metodo, quello dei social network più vicini ai giovani che non vengono mai alle mostre ma che in qualche modo possono conoscere la filatelia.

Quindi penso sia lodevole la linea adottata dal nostro presidente Macrelli di un dialogo con Poste per perseguire un interesse comune di sviluppo della filatelia che dovrebbero avere sia la Federazione che Poste. Ma se l’interlocutore cambia tre volte in due anni non so quali programmi a lunga scadenza si possano fare, salvo che il delegato di Poste appena nominato rimanga per qualche anno nel suo incarico. Ha dimostrato la sua buona volontà partecipando alla premiazione di Italiafil, e spero che prosegua su questa linea.

E’ chiaro che anche noi associazioni filateliche dobbiamo inventarci qualcosa di innovativo e spero che la formula “un quadro più” venga accettata e serva ad incentivare le esposizioni, magari evitando di mettere le collezioni nell’angolo più in fondo rispetto all’ingresso dietro tutti i commercianti, come avviene nelle grandi manifestazioni, in cui i quadri vengono visti solo dagli “addetti ai lavori”

:ciao: :ciao:

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MessaggioInviato: 15/10/2017 7:04 
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Non posso che prendere atto delle lucide considerazioni di Michele ma per permettetimi di fare alcune considerazioni.

Poste svolge la sua attività credo ( ma potrei sbagliarmi ed essere smentito ) ancora grazie ad una convenzione che ha con lo Stato Italiano e pertanto non può esimersi dallo svolgerla; invece la svolge in maniera svogliata e senza impegno.
E questa ambiguità che a me non sta bene visto che poi assistiamo a prese di posizione in cui ritiene di essere l'unica a poter utilizzare il termine "stamps" sui propri prodotti e lo impedisce ad aziende private che operano in concorrenza.

Non per guardare sempre l'erba del vicino, ma nei siti delle altre Amministrazioni Postali, la sezione filatelica e la vendita dei prodotti è ben individuabile e ricca nell'offerta; in Poste Italiane mi sembra ci si arrivi con molta difficoltà, quasi ci si vergogni di presentare l'offerta.

Non so cosa sia più vero: Poste non ha bisogno di noi o noi non abbiamo bisogno di Poste.

La prima affermazione, se sembra avvolarata dal'ultima Italiafil, non è vera a livello locale dove, almeno per quanto mi riguarda, Poste mi ha chiesto ultimamente come Circolo una collaborazione in eventi che vedono il lancio di alcuni suoi prodotti ( San Nicola e Walt Disney ).

Noi abbiamo bisogno di Poste? Ne abbiamo bisogno nella misura in cui abbiamo bisogno di sponsor per organizzare e svolgere le nostre attività e manifestazioni. Chi ha una visione più ampia e internazionale ci potrebbe dire chi sponsorizza le manifestazioni all'estero?

Una cosa è certa: come dice Michele è il momento di rimboccarsi le maniche e trovare soluzioni, altrimenti ...

:ciao:

sergio

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Sergio De Benedictis


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MessaggioInviato: 15/10/2017 9:36 
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Salvatore ha scritto:
Secondo me Poste Italiane continua a guadagnare dalla filatelia, perché oltre ai prodotti a valore aggiunto citati da Michele continua a vendere in tutta Italia servizi postali temporanei che sono diminuiti, ma a giudicare dal numero dei comunicati sono comunque tanti e un buon ritorno economico lo portano, dato che oltre al costo dell’annullo quasi sempre vengono vendute le cartoline celebrative dell’evento (a carico del committente e quindi per Poste è un guadagno sicuro) e in alcuni casi anche folder che vengono acquistati dal committente con un minimo di esemplari garantito per Poste. Quindi penso che Poste dovrebbe avere tutto l’interesse a mantenere alto il numero dei collezionisti, per avere più possibilità di guadagni da tutti i prodotti collaterali ai francobolli.
Salvatore, i servizi temporanei come sai sono di due specie: quelli ad iniziativa, ovvero senza costi per il committente, quindi di nuovo un costo per PI (e che finirà nello stesso budget da cui vengono finanziate Milanofil e Italiafil, quindi con le stesse considerazioni di audit fatte prima) e quelli a carico del committente: ma l'incasso una volte tolte le loro spese (straordinario del personale, trasferta, trasporto dei materiali, etc) quanto lascia di guadagno? Secondo me decisamente poco. E delle cartoline celebrative dell'evento quante ne producono? Cento, mille, diecimila? E anche qui con quale guadagno (non incasso). Rimettendomi i panni del consigliere d'amministrazione di cui sopra: ma devo mettermi a fare tutta questa cagnara per guadagnare (non incassare) qualche centinaio di euro (se mi va bene) che, anche se di servizi temporanei a pagamento ne facessi mille all'anno, sarebbero una goccia nel mare del fatturato e dei guadagni dell'azienda?
Michele


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MessaggioInviato: 15/10/2017 10:04 
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E' chiaro che l'ITALIAFIL di quest'anno presentava aspetti positivi ed altri negativi.
Positivi:
* la location, ambientata sul mare e spazi ampi e spaziosi; forse decentrata rispetto al giro della passeggiata dei genovesi e dei turisti, ma a Genova e' difficile trovare spazi adeguati di tale portata. Alcuni miei conoscenti genovesi, digiuni di filatelia, sono venuti a visitare la manifestazione, e sono stati favorevolmente impressionati da tutta l'organizzazione. Un aspetto psicologico che da' prestigio a tutto il settore;
* la possibilità di avere a disposizione un'apparato organizzativo, con un costo che solo un'azienda come POSTE puo' sopportare;
* la presenza di qualche scolaresca, attratta soprattutto dalle memorabilia esposte dalla UICOS, l'associazione degli sportivi olimpici che negli ultimi anni ha ampliato l'oggetto dei propri interessi;
* ultimo ma non ultimo, una parte degustazione improntata sulla Liguria.
Negativi:
* e' innegabile che oramai il cerchio dei collezionisti e' sempre piu' ristretto, in particolare di noi espositori, ma e' un problema generale. Non potremo mai avere lo stesso pubblico delle partite di calcio (anche loro in calo...), essendo il nostro un hobby conosciutissimo a livello generale, ma sempre di nicchia;
* poco pubblico extra filatelico, anche se questi eventi permettono a nostri soci di varie associazioni di avere una prestigiosa location per i propri appuntamenti.

All'estero come fanno? ci sono associazioni che utilizzano i fondi derivanti dai sovrapprezzi di taluni francobolli
https://fr.wikipedia.org/wiki/Associati ... t%C3%A9lie

in Francia, Olanda, Belgio ed anche loro, come qui in Italia, partecipano ai grandi eventi nazionali (penso a LE SALON DU TIMBRE a Parigi), in cui vengono coinvolte scolaresche. Secondo me, non esistono formule risolutive; si devono fare tentativi, adeguandoci al momento, e battere su quello che funziona, pronti a cambiare quando cambia il vento. D'altronde, cio' che chiedono le aziende ai propri lavoratori: flessibilita' e capacita' di adattamento.
Quindi, se oggi Poste ci offre tutto questo ben di Dio, con un grande dispendio di energie, anche se abbastanza sterile per il grande pubblico, prendiamolo. Domani vedremo che cosa succede e ci adegueremo. L'importante e' l'entusiasmo che ci deve sempre accompagnare per i nostri amici francobolli.


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MessaggioInviato: 15/10/2017 22:54 
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michele ha scritto:
Salvatore ha scritto:
Secondo me Poste Italiane continua a guadagnare dalla filatelia, perché oltre ai prodotti a valore aggiunto citati da Michele continua a vendere in tutta Italia servizi postali temporanei che sono diminuiti, ma a giudicare dal numero dei comunicati sono comunque tanti e un buon ritorno economico lo portano, dato che oltre al costo dell’annullo quasi sempre vengono vendute le cartoline celebrative dell’evento (a carico del committente e quindi per Poste è un guadagno sicuro) e in alcuni casi anche folder che vengono acquistati dal committente con un minimo di esemplari garantito per Poste. Quindi penso che Poste dovrebbe avere tutto l’interesse a mantenere alto il numero dei collezionisti, per avere più possibilità di guadagni da tutti i prodotti collaterali ai francobolli.
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Michele

Ciao Michele, sono d'accordo con te, ma se leggi bene sotto ho anche scritto:

Il problema è che nel frattempo Poste Italiane ha trasformato la sua funzione istituzionale vendendo anche prodotti assicurativi e altri prodotti che esulano l’originaria funzione postale, ma sono sicuramente più redditizi rispetto ai guadagni garantiti dalla filatelia.
Ciò nell’ottica attuale in cui l’obbiettivo primario di un’azienda (anche se viene più o meno addolcito) è di garantire i maggiori utili agli azionisti (o stakeholders come va oggi di moda) può creare un progressivo disinteresse dei vertici aziendali verso la filatelia.

E per questo, come dici anche tu, Poste Italiane sta diminuendo il suo interesse verso la filatelia perché meno redditizia di altri comparti.
:ciao: :ciao:

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Credo che ci sia un errore di fondo Salvatore

Poste non ha più da tempo alcuna "funzione istituzionale", e non per sua autonoma decisione ma delle autorità di governo e dell'azionista, il Ministero dell'Economia.
E' un'impresa che deve svolgere alcuni servizi.
Il servizio postale universale non si ripaga, ma la rete che consente di avere serve per svolgere capillarmente altre attività che danno sostenibilità all'azienda.

Nessuna amministrazione postale estera supporta più, come ha fatto ancora in questi anni Poste Italiane, gli eventi filatelici a concorso, ma neanche i convegni commerciali (neanche quelli Michele si ripagano nelle sedi di prestigio in cui li organizza Poste).
Erano rimaste le Poste Francesi ma hanno ridotto molto il supporto rispetto agli anni scorsi.

Tuttavia questi eventi, come mi ha insegnato un grande della filatelia, non sono poi così inutili.
Servono infatti a dare una immagine "alta", patinata al nostro hobby, cosa che non avviene inevitabilmente con i convegni-mercatino con centinaia di banchetti affastellati.
Ed è questa immagine della filatelia che ancora attira anche il collezionista di novità, perché lo fa sentire parte di un hobby non solo da "grufolatori" in scatole da scarpe piene di busta
Per questo le Poste Italiane hanno tenuto a continuare a farli per anni, curando magari in modo inadeguato la pubblicità, e fallendo nel compito di sviluppare forme più accativanti di esposizione (che però hanno realizzato in altri casi, come negli "igloo" montati per i 150 anni di Poste).
Sono convinto che un po' più di cura nel definire i contenuti e le modalità espositive, ed una maggiore e più efficace pubblicità consentirebbero maggiori afflussi

Oggi ero a Genova per lavoro in zona porto, dove ci sono ancora i manifesti di Italiafil, quelli de "L'arte si fa piccola"
Sfido chiunque a capire a distanza di più di un paio di metri qual è la cosa che si pubblicizza
Anche le date sono scritte piccolissime ... magari esteticamente sono belli, ma inutili nel propagandare l'evento.

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